I giudici del Tribunale del Riesame di Avellino hanno rigettato l’istanza di annullamento del decreto di sequestro per equivalente firmata dal Gip del Tribunale di Avellino dei 96.000 euro ad una delle indagate dell’inchiesta “Dos Des” .
Si tratta del procedimento coordinato dal pm Fabio Massimo Del Mauro e condotto dai militari del Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Avellino relativo a presunte ipotesi di corruzione nell’esercizio delle funzioni che vede indagati dipendenti della Provincia, imprenditori e una dipendente di una società esterna a Palazzo Caracciolo. Si tratta della somma rinvenuta in contanti (trovati sotto vuoto) nascosti in casa e contenuti in una cassetta di sicurezza di una indagata, difesa dal penalista Claudio Frongillo.
Il penalista Claudio Frongillo, difensore dell’Indagata aveva impugnato davanti al Tribunale del Riesame entrambi i decreti di sequestro preventivo finalizzato alla confisca. La difesa, in attesa delle motivazioni, potrebbe valutare il ricorso per Cassazione.
I cinque sono accusati, a vario titolo, di corruzione, falso materiale e falso ideologico. Ad essere perquisiti un funzionario istruttore direttivo della provincia, una collaboratrice di fatto e concorrente materiale e morale del funzionario pubblico,un dipendente della provincia preposto al servizio gestione ed edilizia scolastica, un imprenditore edile di Avellino e e il titolare di una ditta di Ospedaletto d’Alpinolo.
Nel mirino dei cinque indagati accusati di corruzione (tre funzionari della provincia e due imprenditori irpini) era finito anche l’appalto per la riqualificazione del Convitto Pietro Colletta di Avellino. I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria ritengono che a casa della tesoriera del funzionario, si sarebbe tenuto un incontro tra professionisti ed imprenditori programmato durante il periodo di ferie per discutere dell’appalto relativo al Convitto finalizzato a discutere accordi illeciti. E’ una ipotesi, che per ora però è ancora al vaglio degli inquirenti e non e’ stata contestata come imputazione. Quello che e’ documentato dai militari delle Fiamme Gialle e’ l’ incontro avvenuto a cui hanno partecipato i due dirigenti di Palazzo Caracciolo indagati a vario titolo per corruzione nell’esercizio delle funzioni e per falso e “impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita”.



