di Rosa Bianco
Ieri, la Festa della Terra 2025, organizzata da “Artesa”, agenzia per lo sviluppo territoriale globale ad Ercolano, ha incarnato un momento di riflessione profonda sul legame tra uomo e natura, tra radici e futuro, tra il gesto quotidiano e la grandezza del territorio. Nei giorni di 12 e 13 dicembre, il MAV – Museo Archeologico Virtuale di Ercolano – che ha ospitato la kermesse, grazie alla sapiente organizzazione di Ciro Iengo, ex Sindaco di Ercolano, si è trasformato in un luogo sospeso tra passato e presente: tra installazioni artistiche evocative, Focus con relatori di prestigioso, l’Aperi FoodVintage, storia e gusto, la Campania ha offerto uno spazio in cui il tempo si è dilatato e il pensiero sul creato ha trovato nuova forma. L’arte, il cibo e la memoria si erano intrecciati, per raccontare la terra e le sue metamorfosi, aprendo interrogativi sull’agricoltura, sulla sostenibilità e sulla possibilità di costruire un futuro rispettoso della vita.
Domenica 14 dicembre, la Festa della Terra ha raggiunto la sua dimensione più alta e simbolica, con la Cerimonia di Premiazione di Persone Speciali, che non è stata soltanto un riconoscimento individuale: è stata il momento in cui si è consolidata una vera e propria comunità culturale intorno ad ARTESA e all’organizzatore Ciro Iengo, capace di unire istituzioni, cittadini, artisti, agricoltori e imprenditori in un unico gesto collettivo di celebrazione e responsabilità. In questa giornata, il territorio ha preso forma non come spazio geografico, ma come comunità viva, consapevole, capace di riconoscersi e di riconoscere.
Qui l’Irpinia ha trionfato, brillando in tutta la sua ricchezza umana e culturale. I premi sono stati assegnati a chi, con impegno e talento, ha reso onore al territorio:
Pasquale Luca Nacca, Presidente dell’Associazione Insieme per Avellino e per l’Irpini;
Giuseppe Tecce, scrittore;
Rosa Bianco, giornalista;
Mena Matarazzo, attrice;
Antonella Perrino, imprenditrice della Tenuta Ippocrate a Montefredane (AV);
Rocco Fusco, medico del Centro “La Salute”;
Aldo Basile, executive Chef della Tenuta Ippocrate;
Roberta Nespoli, artigiana del cucito creativo;
Pantaleone Dentice, imprenditore e collezionista d’arte;
Nadia Testa, pianista e Presidente dell’Associazione Musicale Igor Stravinsky;
Rino Cillo, scrittore;
Giuseppe Pelullo, contadino di Bisaccia;
Franca Avella, per il suo impegno nel sociale;
Mayumi Ueda, musicista giapponese laureata al Conservatorio , di Avellino dove vive.
Altri premiati hanno portato ulteriore prestigio e diversità alla cerimonia, provenienti anche da altre regioni:
Stefania De Pascale, docente ordinario di Orticoltura e Floricoltura della facoltà di Agraria dell’ Università Federico II di Napoli; Giacomo Rosa , Presidente della Svimar – Associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno e delle Aree interne d’Italia e poi ancora Anna Maglione, Cristina Dal Cuore, Olga Fernandez,Emma Prunella, Rosaria Canu Arianna Geronzi,Sveva Schiassi, Manuela De Rosa , Damiano Annunziato, Giuseppe Baino, Luca D’Alessandro , Giuseppe Pelullo Pepp ino Giuseppe Cantalamessa , Giuseppe Moggia Vincenzo Ascione Oreste D’amore, Antonio Cozzolino Gianluca Scognamiglio Rocagi Russo Catello Luca Coppola, Armando Jossa, Corale Cittadina , La Casa di Tonia, Vesuvius Palace, Locanda di Emmaus, Palazzo Adele, Cesira Rose, Clotilde Iannaccone, Caterina Ying Hong.
I riconoscimenti di Persone Speciali “Donne all’Opera – Incontri Di.Vini – Premio Speciale Tonia Accardo” e “Un Sorriso per la Vita – Premio Marcellino de Baggis”, hanno celebrato il valore dell’impegno silenzioso, della dedizione quotidiana, della responsabilità civile che spesso opera lontano dai riflettori, ma che costituisce l’ossatura più solida delle comunità.
L’intermezzo musicale della violinista Erika Verga, docente del Conservatorio di Benevento, ha restituito armonia e raccoglimento alla cerimonia, mentre il Pranzo di Gala “Cibo che Verrà”, in collaborazione con Campania Mater, ha trasformato la convivialità in un gesto concreto di solidarietà a favore della Casa di Tonia, luogo di accoglienza e speranza.
A suggello del senso più profondo della Festa della Terra 2025, è risuonata una verità antica e sempre attuale, che ieri ha trovato forma nei volti, nelle storie e nella comunità raccolta attorno ad ARTESA e a Ciro Iengo:
«La terra non ci è stata lasciata in eredità dai nostri padri, ma data in prestito dai nostri figli.»
— Antoine de Saint-Exupéry
Una citazione che non è solo monito, ma orizzonte etico. Perché ciò che si è celebrato non è stato semplicemente un evento, ma un patto silenzioso tra generazioni: custodire la terra, la cultura e le relazioni umane come beni comuni, da restituire intatti — e, se possibile, più ricchi — a chi verrà.
La giornata ha mostrato con chiarezza che ARTESA e Ciro Iengo non hanno soltanto organizzato una manifestazione, ma hanno coltivato una comunità, un tessuto culturale fondato sul riconoscimento reciproco, sulla memoria condivisa e sulla visione. La Festa della Terra 2025 ha dimostrato che custodire il passato, abitare il presente e costruire il futuro non sono astrazioni, ma gesti concreti, condivisi, profondamente umani.
E ieri, l’Irpinia si è distinta non solo per i suoi talenti, ma per la capacità di trasformare un territorio in comunità, un evento in esperienza, la memoria in impegno. La terra è tornata ad essere, ancora una volta, il cuore pulsante di una storia che parla di identità, responsabilità, bellezza ma soprattutto appartenenza.




