Rauzzino difensore di Vittorio Saulino, uno dei due funzionari della Motorizzazione civile assolto dal giudice dall’accusa di aver falsificato i certificati di revisione del mezzo. «Oggi abbiamo avuto riscontro del nostro convincimento sin dalle prime battute e cioè la completa estraneità del mio assistito. Il processo lasciava pochi margini a Ceriola, collega di Saulino, che avrebbe inserito al terminale i dati della revisione mai effettuata dal mio assistito, e a Lametta che non ha mai portato il pullman in motorizzazione per le revisioni dovute né per il 2013 né per le annualità precedenti» commenta Rauzzioni che poi aggiunge «i processi dovrebbero svolgersi sempre in maniera serena al di là delle pressioni mediatiche come accaduto in questo caso. Il giudice Buono ha dato lettura del dispositivo con un timbro di voce che tradiva quella pressione e questo, per quanto assolutamente comprensibile la reazione dei familiari, mi lascia amareggiato».
A commentare la sentenza, chiaramente in attesa di leggere le motivazioni, anche l’avvocato di una delle 43 vittime del crollo del Ponte Morandi di Genova. A chiamare l’avvocato Antonio Cirillo, legale della famiglia del reporter campano Giovanni Battiloro, sono stati i parenti delle vittime del bus. «La sentenza di condanna c’è stata ed è stata abbastanza severa, chiaramente abbiamo assistito ad una scrematura rispetto alle posizioni dei vertici di Autostrade con condanne dei responsabili locali e non dei vertici nazionali, cosa che molti speravano. Attendiamo di leggere le motivazioni perché un’assoluzione deve essere fondata su un percorso argomentativo logico. Per ora credo che il bicchiere possa essere visto sia mezzo pieno che mezzo vuoto. C’è sempre un secondo grado di giudizio, sia per i condannati che per la Procura che può impugnare il provvedimento» commenta. Per l’avvocato Cirillo è però sbagliato mettere in relazione il processo avellinese con quello che riguarda il crollo del Ponte Morandi di Genova.