I conti non tornano. Non è una novità per Palazzo di città, ma il 17 aprile in consiglio comunale si vota il bilancio di previsione triennale, e il collegio dei revisori dei conti nella sua relazione, di fatto, ha ritenuto che lo schema 2025/2027, preparato dall’assessore al bilancio Alessandro Scaletti, “sia meritevole di emendamenti e rettifiche”.
Il collegio sottolinea anzitutto che il Comune di Avellino sta attuando la fase finale di un piano di riequilibrio finanziario pluriennale e al disavanzo da piano, ma nel tempo si sono aggiunti “ulteriori deficit finanziari derivanti dal Fondo di rotazione e dalle anticipazioni di liquidità da restituire”. Lo schema di bilancio, osservano i revisori, “evidenzia un significativo squilibrio nella parte corrente”. In particolare, nel 2025 lo squilibrio ammonta a 6.826.153,05 di euro.
Ora, il Comune ha stabilito che intende recuperare tale somma “attraverso la vendita di immobili, prevedendo per 2025 un introito pari a 8.639.791,95 di euro. Cifra molto rilevante al punto che il collegio ritiene che “il gettito previsto dalle alienazioni immobiliari possa essere, ragionevolmente, non realizzabile nella misura stimata. Tale convincimento è confortato dalle difficoltà manifestate in passato di trasformare le previsioni di alienazioni in concrete vendite , nonché dall’assenza di provvedimenti che consentono di ritenere attendibile l’entrata”.
I revisori suggeriscono all’amministrazione di valutare “misure per il contenimento della spesa in maniera tale da poter compensare gli eventuali mancati introiti derivanti dalla vendita degli immobili e garantire, il recupero del disavanzo secondo programma di risanamento in corso”. Si suggerisce, inoltre, “di valutare concrete politiche di valorizzazione dei cespiti patrimoniali disponibili che di prassi rappresentano una efficace leva finanziaria ai fini degli equilibri di bilancio”.
Secondo i revisori, entrate e spesa corrente devono essere comunque verificate.
In primo luogo, per la Tari “la previsione di entrata relativa agli esercizi 2025/2027 va allineata con l’importo previsto nel Piano Economico Finanziario e deve trovare equilibrio integrale con la relativa spesa,
diversamente la differenza costituirebbe, a parere degli scriventi, quota vincolata che non può concorrere al finanziamento di spesa di diversa natura”.
Ancora, per quanto riguarda i canoni di locazione Erp, l’introito “stimato per ciascun esercizio, pari a 2.300.641,32 di euro, potrebbe, ragionevolmente, rivelarsi inferiore a seguito del riesame delle singole posizioni amministrative degli occupanti, in relazione agli indicatori della situazione economica equivalente su eventuali istanze di parte”.
Al riguardo, al momento, sembrerebbe che si sia già verificato un decremento delle somme in ingresso che ammonterebbero a soli 1.300.000 di euro, a seguito del ricalcolo dei canoni per circa 350 utenti.
E poi ci sono i debiti fuori bilancio da riconoscere che però “non trovano integrale copertura nel bilancio; il riparto su più esercizi deve essere confortato da accordi con i creditori”.
Infine, “l’ente non ha approvato le tariffe relative ai servizi a domanda individuale per l’anno 2025, né risulta alcuna delibera di conferma o variazione delle precedenti tariffe dei servizi a domanda individuale adottate nel 2024”, scrive ancora il collegio dei revisori dei conti.
Il bilancio così com’è non può incassare l’approvazione dei consiglieri. L’amministrazione guidata dal sindaco Laura Nargi deve mettere le cose a posto entro il 17, deve farlo presto e bene, perché in caso contrario, secondo la legge, ci sarebbe la fine anticipata della consiliatura.