Michele Vespasiano
Al di là dei toni entusiastici di alcuni presidi e dei giornali di parte, da ex insegnante io vedo nell’ultima circolare del Ministro dell’Istruzione una delegittimazione degli insegnanti e l’ennesimo, strisciante attacco alla loro autonomia. La comunicazione arrivata alla scuole è troppo prescrittiva e rappresenta un tentativo di mascherare con argomenti di facciata una realtà ben più complessa: una scuola sempre meno valorizzata e non messa in condizione di affrontare le vere sfide educative.
Se è vero che in alcune realtà scolastiche potrebbe esserci una scarsa programmazione di compiti e verifiche da parte dei docenti, è altrettanto vero che non sempre gli stessi sono messi nelle condizioni ottimali per operare e per relazionarsi con alunni e genitori. È il contesto stesso a ostacolare una relazione proficua: classi sovraffollate, risorse insufficienti e l’assenza di un serio impegno per migliorare le strutture scolastiche sono elementi che Valditara non ha affrontato. Invece, egli sembra aver preferito ingraziarsi genitori e famiglie, suggerendo subdolamente che gli insegnanti siano gli unici responsabili se gli alunni non ottengono buoni risultati o non riescono a svolgere i compiti assegnati.
Altro che “indicazioni di buon senso”, come è piaciuto definirlo ad Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, questo approccio dirigista alimenta un clima di sfiducia verso chi opera con dedizione nella scuola italiana, rendendo gli insegnanti un bersaglio facile. Fossi stato il Ministro, mi sarei concentrato nel trovare le risorse necessarie per garantire uno stipendio decoroso a chi, occupandosi della formazione della futura classe dirigente del nostro Paese, svolge il proprio lavoro con senso di responsabilità e impegno. Questo sarebbe stato un atto concreto di rispetto e valorizzazione del ruolo educativo. Ma forse è proprio questo che il Governo preferisce evitare: perché chi è ignorante sarà un elettore più malleabile.
Ancor più grave è il silenzio di Valditara davanti a episodi come quello dello studente, ultimo tra tanti, che ha suggerito alla propria insegnante di andare a fare la ‘lavavetri’, evidenziando un ulteriore segnale di mancanza di rispetto per la professione.
Insomma, mentre non ha avuto modo di stigmatizzare tali comportamenti, il Ministro ha trovato il tempo per inondare le scuole italiane con una circolare piena di banalità: emblematico l’invito a far usare ai ragazzi il diario cartaceo quando tutto ormai è annotato su tablet e telefonini!
Questo è il vero problema: non solo l’assenza di soluzioni concrete, ma anche la mancanza di un chiaro messaggio di supporto per coloro che ogni giorno cercano di fare la differenza nel nostro sistema educativo.
Se vogliamo un futuro migliore per il nostro Paese, dobbiamo iniziare a rispettare e valorizzare chi forma le menti di domani, offrendo loro non solo dignità professionale, ma anche il riconoscimento che meritano.