Morto per choc anafilattico dopo due settimane di ricovero in gravi condizioni: condannato imprenditore boschivo per omicidio colposo. Ieri il tribunale di Avellino ha emesso sentenza di condanna a due anni di reclusione per M.S. difeso da Maria Luisa Macchia, per l’accusa di omicidio colposo. La condanna inflitta all’imprenditore boschivo per la morte di un suo dipendente aggredito da uno sciame di calabroni mentre tagliava legna sul Monte Faliesi .
Il giudice monocratico del tribunale di Avellino, Vincenza Cozzino, inoltre, ha condannato l’uomo al risarcimento delle parti – costituite e rappresentate dagli avvocati Cesare Fiorentino e Nello Pizza – da quantificarsi in separata sede. Il processo si riferisce alla morte del trentaseienne di Forino Angelo De Simone, titolare di una ditta individuale ma, come scoperto dalle indagini dopo la denuncia dei familiari, operaio presso l’impresa boschiva dell’imputato.
L’operaio era deceduto il 6 ottobre 2017 dopo alcune settimane di agonia a causa di un incidente che come hanno ricostruito i carabinieri della Compagnia di Baiano, era avvenuto il 20 settembre 2017, mentre lo stesso stava procedendo ad attività di selvicoltura sul monte Faliesi, proprio nel comune di Contrada. in buona sostanza il giovane era stato punto in più parti del corpo da uno sciame di calabroni ed era finito in prognosi riservata e come irreversibile quello che gli aveva cagionato il decesso per shock anafilattico provocato dalle numerose punture di insetto Dal momento del decesso le indagini della Procura si erano concentrate proprio sul motivo per cui De Simone si trovasse sul Monte Faliesi. Per la Procura era al servizio del datore di lavoro, titolare di una ditta individuale per cui De Simone prestava servizio con la mansione di operaio boschivo addetto al taglio della legna, alla pulizia dei terreni alla raccolta di castagne e nocciole. Lo stesso è accusato di aver omesso e non osservato le norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro che hanno portato poi alla morte dell’operaio.
A partire dai rischi specifici per la sicurezza di lavoratori nel settore della silvicoltura, non solo, avrebbe omesso di fornire al lavoratore adeguata formazione ed informazione sui rischi connessi all’attività di selvicoltura, in presenza di tale evenienza oltre alla omissione di informazioni utili per l’utilizzo immediato dei farmaci in via di auto somministrazione in tale caso, quello che poi è effettivamente avvenuto.
Infine avrebbe omesso di dotare Angelo di Simone dei dispositivi e dei presidi antinfortunistici e in particolare in relazione al rischio di punture di insetti di scarpe antinfortunistiche tuta con elastici guanti casco e visiera.
Il giudice ha disposto che la decisione sul risarcimento dei danni sia trattata in sede civile, condannato alle spese legali e rigettato la richiesta di provvisionale avanzata. Le motivazioni della sentenza emessa dal tribunale di Avellino saranno rese note tra novanta giorni.
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