Per il Sud l’Alta Velocità sembra essere diventato l’oscuro oggetto del desiderio. L’Alta velocità Napoli-Bari sta diventando il sogno proibito di chi si sforza di immaginare un Mezzogiorno che corre verso il futuro piuttosto di un Sud che arretra, visibilmente, di giorno in giorno, verso la povertà e l’annichilimento.
Un percorso irto di difficoltà quello che sta segnando l’iter per la realizzazione della Tac Napoli-Bari. Ma se al Sud si impedisce di comunicare e di muoversi, al Sud si impedisce di rialzarsi e di crescere.
Basterebbe questa riflessione banale, alquanto ovvia, per avvalorare la battaglia che bisogna costruire attorno ai tempi di realizzazione all’Alta Capacità Napoli-Bari, che attraverserà il territorio dell’Irpinia con la realizzazione dell’hub “Hirpinia”.
Non è possibile che le due città più importanti del Mezzogiorno siano collegate da un’autostrada come la Napoli-Bari.
Ma tant’è, questa è l’Italia dei paradossi, e dei “divari”, si realizzano infrastrutture là dove forse non servono, e si “temporeggia”, si fa per dire, dove c’è un disperato bisogno di correre sui binari del futuro. Il tema centrale, che dovrebbe essere il primo punto all’ordine del giorno dell’agenda del governo nazionale e locale, è rappresentato alla voce “infrastrutture”, in un Mezzogiorno dove, sappiamo bene, il termine “infrastruttura” è sinonimo di “eterno incompiuto”.
Appare superfluo ricordare che siamo fermi da tempo, all’epoca di Fiorentino Sullo, per quello che riguarda il tema centrale della realizzazione di grandi opere, in un Mezzogiorno che si è allontanato sideralmente dal resto dell’Europa. Il ritardo accumulato con l’Europa, lo stesso gap Nord/Sud, che è lo stigma del nostro Paese, da recuperare proprio attraverso la realizzazione di quelle infrastrutture considerate “strategiche”, è siderale, appunto.
E mentre ci si interroga, da più versanti, come se ne uscirà da questa crisi che ha sfigurato il Sud, è di qualche giorno fa il Rapporto di Svimez che sostanzialmente ci ricorda che la crisi per il Mezzorgiorno ormai si configura come dato strutturale.
Come se ne uscirà dal tunnel della crisi per questo malandato Sud, disorientato, fortemente indebolito dall’impietosa cronaca di un presente difficile da interpretarsi, non è facile da prevedere, di certo non si può perdere l’ennesimo treno che corre ad “alta velocità”.
Allora, Ministro De Micheli, visto che tra qualche giorno sará in Irpinia e che il governo ha annunciato che rimetterá in moto le grandi opere del Sud, cominciamo ad accelerare per far partire finalmente l’Alta velocità e non far arrivare il Sud tardi all’appuntamento con il suo futuro, con il futuro di un intero Paese.
di Emilio De Lorenzo