Fronte comune per salvare lo stabilimento irpino di ArcelorMittal. La Regione è pronta a chiedere l’aiuto e il sostegno anche del Ministero delle imprese e del made in Italy sulla drammatica vertenza irpina che interessa 70 lavoratori. Stamane il sindacato è stato ricevuto dall’assessore regionale alle Attività Produttive, Antonio Marchiello, che si è impegnato ad organizzare e convocare nei prossimi giorni un tavolo di confronto allargato anche all’azienda.
L’obiettivo è trovare una soluzione alternativa alla chiusura già annunciata e confermata dai vertici della multinazionale indiana, pronti a dismettere lo stabilimento di Luogosano, specializzato nella trasformazione di acciaio zincato in preverniciato per il mercato delle costruzioni ed elettrodomestico, entro la fine di luglio. L’auspicio di sindacato e lavoratori è che la filiera istituzionale, che si sta definendo in queste ore, possa servire a intercettare nuovi imprenditori del settore interessati ad investire nell’area industriale di San Mango sul Calore e, quindi, a garantire la continuità produttiva dello stabilimento e il mantenimento dei livelli occupazionali.
Non sarà un’operazione semplice, anche perché la decisione di disinvestire, come ribadito dall’azienda l’altro giorno in Prefettura, è legata a filo doppio alla difficile congiuntura che vive il mercato siderurgico, penalizzato da una generalizzata sovracapacità produttiva, dai significativi volumi importati in Europa e, tra gli altri, anche dall’elevato costo dell’energia, oltre che da una contrazione della domanda. Lo stabilimento irpino, sempre a detta dei vertici della multinazionale indiana, pagherebbe anche la posizione geografica non favorevole, e quindi la notevole incidenza dei costi di trasporto e di spedizione. Anche per questo il sindacato, oltre al ritiro dei licenziamenti per consentire di lavorare con maggiore calma a soluzioni alternative, chiede che ArcelorMittal agevoli, con delle condizioni non proibitive, la cessione dello stabilimento.