E’ stata l’occasione per ricostruire la figura di una grande donna del passato, Artemisia Gentileschi, l’indomita pittrice l’incontro, tenutosi ieri presso il bar Hope di Avellino. A relazionare la professoressa Giovanna Nicodemi che ha tracciato un ritratto dettagliato della pittrice che visse tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600, donna di grande valore e di altissimo spessore. Nicodemi ha evidenziato come pochissime fosse le donne pittrici nel Cinquecento. Un itinerario di donna e di artista, in cui sarà centrale la violenza subita da parte di un amico del padre, Tassi, a cui seguirà un processo. L’uomo sarà condannato ma non espierà nessuna pena. Sarà, invece, Artemisia ad andare via da Roma e si trasferirà a Firenze. Nel frattempo si sposerà, accettando un matrimonio combinato dal padre e avrà tre figli. Tante le gratificazioni ottenute a Firenze, tanto da entrare, tra il 1616 e il 1620 nell’Accademia del disegno di Firenze, una scuola di grande rilevanza in cui era l’unica donna. Sarà per lei il grande riscatto, in quegli anni difficilissimi per la donna. A partecipare all’incontro Elvira Napolitano come responsabile “Avellino per il mondo”, Pasquale Luca Nacca come rappresentante di Insieme per Avellino e per l’irpinia e ha moderato il giornalista Gianluca Amatucci.
Fiore Carullo