Le hanno offerto un fazzoletto bianco: “… perché hai alzato bandiera bianca, ti sei arresa a Festa” (Luca Cipriano), le hanno detto che il vero sindaco non è lei: “…cara Laura, ti chiamo vicesindaco” (Rino Genovese) e l’hanno accusata di aver vinto le elezioni senza il voto di opinione: “…perché hai vinto con i voti dei quartieri, mentre il voto di opinione lo esprime il centro città”… (Gengaro). E lei ha ascoltato con compostezza e poi, senza scomporsi più di tanto, ha risposto a tutti, uno per uno. Mai come questa sera il consiglio comunale di Avellino si è rianimato e, dopo i primi sei mesi di consiliatura, ha restituito un po’ di sano dibattito e di vivace scontro dialettico. Finalmente.
Nell’Assise di questa sera, dopo il passaggio a vuoto della prima convocazione di giovedì scorso, è stata finalmente presentata la nuova squadra di assessori e si sono perfezionate le surroghe con l’ingresso tra i banchi della maggioranza di sette nuovi consiglieri: cinque della lista Davvero, uno di Siamo Avellino e uno di Viva la Libertà. La sindaca Laura Nargi ha dato ufficialmente il via alla ‘fase due’ e l’opposizione ha provato ad alzare la voce, protestando per i modi con i quali si è giunti alla riappacificazione tra le due fazioni di governo, quella che fa capo all’ex sindaco Gianluca Festa (le liste Davvero e Viva la Libertà) e quella che fa capo alla sindaca (Siamo Avellino).
IL FAZZOLETTO BIANCO DI LUCA CIPRIANO E LA REPLICA DI NARGI
In modo provocatorio il capogruppo del Pd Luca Cipriano ha offerto in regalo alla sindaca un fazzoletto bianco: “Quando si perde una battaglia e ci si arrende, si sventola bandiera bianca. Regalo a lei questo fazzoletto bianco, sindaca, perché ha perso rovinosamente la battaglia contro l’ex sindaco Festa”. Ma a differenza delle prime sedute di questa consiliatura, questa volta la sindaca ha risposto per le rime, parlando prima e dopo gli interventi delle opposizioni. A Cipriano ha detto: “Non ho perso alcuna battaglia, ma l’ho vinta. Anzi, ho vinto la guerra, e l’ho fatto insieme ai miei consiglieri ei ai miei nuovi assessori”.
GENOVESE: “CARA LAURA, IO TI CHIAMO VICESINDACO”
E di risposte, nella replica, la sindaca ne ha date anche agli attacchi degli altri consiglieri di opposizione, attacchi anche più irriverenti di quello di Cipriano. Per esempio Rino Genovese (Patto Civico) ci era andato giù pesante: “Cara Laura, fermo restando il mio rispetto per la carica istituzionale di primo cittadino, io sinceramente non ti ritengo più il sindaco di questa città. Lo dico da un punto di vista politico. E allora, vicesindaco Nargi, l’altra sera….” e qui è stato bloccato dalle proteste dei consiglieri di maggioranza. Tanto che è dovuto intervenire il presidente dell’Assise Ugo Maggio per riportare l’ordine e il silenzio.
GENGARO: “FESTA RIVENDICA IL VOTO DI OPINIONE, MA VOI AVETE VINTO NELLE PERIFERIE, NOI ABBIAMO VINTO AL CENTRO”
“L’ex sindaco di Avellino dice che voi avete vinto per il voto di opinione. Ma è strano. Perché voi avete vinto in periferia, mentre in città abbiamo vinto noi. Poi voi avete vinto grazie ai voti del Patto Civico, che poi avete cacciato fuori dalla maggioranza, e nonostante questo alcuni di loro ancora vi sostengono perché hanno votato tutte le vostre delibere, ma ognuno fa quel che crede. Ma comunque avete vinto grazie a loro e grazie al voto in periferia, quindi tutto può rivendicare l’ex sindaco di Avellino tranne il voto di opinione, perché di solito gli storici e gli attenti cronisti, dicono che il voto di opinione si prende nelle fasce borghesi della città, al centro. I quartieri vi hanno stra-premiati, abbiate almeno il buon senso di dare il giusto riconoscimento a quei quartieri”.
NARGI GELA GENOVESE E GENGARO TRA GLI APPLAUSI DELLA PLATEA
“Io non sono un quisque de populo: questa è la frase, caro collega consigliere Antonio Gengaro, che l’ha fatta perdere alle elezioni. Non si può ancora parlare di popolo e di borghesia. Mi è venuta la pelle d’oca ad ascoltare le sue parole su voto di opinione, centro e periferia. Io sono fiera di rappresentare il popolo. Il popolo è sovrano e ha fatto la sua scelta”. La sindaca è stata qui costretta a fermarsi, interrotta dagli applausi del pubblico presente in Aula. “E a Genovese – ha poi continuato dopo l’ovazione – dico che non accetto lezioni di stile o di coerenza politica quando si oscilla tra maggioranza e opposizione e a sei mesi di distanza dal voto è normale che poi la gente non capisce lei da che parte sta. Ora stiamo aspettando anche noi di capirlo”.