E’ un periodo storico particolarmente complicato per Avellino e l’Irpinia. Nel percorso che porterà migliaia di cittadini alle urne agli inizi di giugno, alle tante difficoltà lavorative e politiche preesistenti si è aggiunta l’ondata di inchieste che ha colpito l’ex amministrazione guidata da Gianluca Festa. Un quadro contorto e grave, come sottolinea Luigi Simeone, segretario generale della UIL Avellino-Benevento.
Simeone, che situazione è quella che sta vivendo la città capoluogo in vista delle amministrative di giugno?
“La vicenda che ha coinvolto il Comune di Avellino è una ferita lacerante per la comunità irpina ed avellinese. Da tempo abbiamo sollevato la questione di una sorta di autoreferenzialità della politica che espone a rischi. Quando non c’è mediazione con le opposizioni, con le forze socialità, va da sé che la deriva possa essere negativa.
Se guardiamo anche oltre la città, troviamo il comune di Monteforte Irpino sciolto addirittura per infiltrazioni camorristiche. Alcuni difetti amministrativi sono dovuti anche, e soprattutto, a una mancanza di bilanciamento dei poteri. Il sale della democrazia è nel controllo e nel confronto del potere.
Gli eletti in Parlamento non hanno chissà quale radicamento territoriale, quindi viene meno il controllo sulle amministrazioni locali. Questo connubio non c’è“.
La coalizione di centrosinistra ha trovato la sua sintesi nella figura di Antonio Gengaro. Credete in questa proposta?
“Non è una questione di crederci o meno, ma di capire qual è il supporto. C’è stato un lungo periodo nel quale il centrosinistra di Avellino le ha perse tutte. Dal presidente della Provincia di Avellino Biancardi, passando per Biancardi e Foti. Questi esempi per dire: c’è una volontà politica di sostenere un’amministrazione che restituisca ad Avellino il ruolo di capoluogo e di traino per la provincia?
Non dimentichiamo la querelle politica legata alla fascia azzurra Rizieri Buonopane, che è del PD ma il partito lo sostiene a giorni alterni. Non si capisce i partiti cosa debbono egemonizzare“.
Di cosa avrebbe bisogno la città e al provincia per tentare di aprire una stagione che porti in dote un minimo di speranza per il futuro del territorio?
“Senza fare speculazioni, ma è arrivato il momento nel quale i partiti dovrebbero fare un passo di lato sulle individualità per far fare un passo avanti all’Irpinia. Il capoluogo non può essere chiuso nel proprio ring a fare a cazzotti con tutti. Il confronto, con le parti sociali, le associazioni, l’intellighenzia cittadina, ad Avellino non c’è. Il sistema Irpinia è crollato, è inutile che ci giriamo intorno“.