di Pellegrino Caruso
Il Convitto Nazionale “Pietro Colletta” di Avellino, per ferma volontà del Rettore Dirigente Attilio Lieto, continua a percorrere con convinzione la “Road to 2031” verso il bicentenario del glorioso istituto…Oggi ricorrono ben 194 gli anni dalla sua nascita come Real Collegio il 1 dicembre del 1831, per rendere finalmente concreti il decreto napoleonico di Giuseppe Bonaparte del 1807 e la volonta’ esecutiva del 1818 di Ferdinando I di Borbone. Ben 3 furono i progetti architettonici firmati da Oberty prima, De Fazio poi per arrivare all’edificazione del glorioso Istituto sorto sul terreno di don Antonio Gallo. Con Tommaso De Rosa Piscitelli, primo Rettore, nasce la cattedra di Diritto pubblico, a cui si affiancarono quelle altrettanto illustri di Lingua italiana, Latinita’ media, Latinita’ sublime, Retorica, Filosofia, Matematica e Fisica. Al Convitto salgono in Cattedra i Padri Scolopi, mentre nasce il Liceo di Scienze classiche. Il 1861 fu poi un altro anno di passaggio nella storia dell’istituzione quando sara’ sottratta agli Scolopi e presa in consegna da Luigi Settembrini che deciderà di intestare l’ istituto a Pietro Colletta, rivoluzionario e celebre autore della ” Storia del reame di Napoli”. Il Convitto e’ stato da sempre accogliente verso intellettuali come Francesco De Sanctis che amava trattenervisi come ricorda la lapide che ancora sovrasta la Presidenza dell’ Istituto con testo di Paolo Pavesio, inciso su marno di Carrara per mano di Albino Giussani. Il peristilio del primo piano del Convitto vanta anche altre lapidi che ricordano la presenza al Convitto di docenti come Augusto Romagnoli e Antonio Galasso mentre lungo e’ l’ elenco di intellettuali che ne sono stati alunni, da quella mitica III A in cui furono compagni di banco Antonio La Penna, Attilio Marinari , Dante Della Terza ed Antonio Maccanico, antesignani di quel ceto di intellettuali che si sono poi riversati negli apparati amministrativi dello Stato, rinforzando quello che Paolo Macry chiama ceto di frontiera. E’ dallo studio del gia’ citato Pavesio, che per i caratteri della tipografia avellinese Amodeo, ricostrui’ la storia dei Convitti che si ricava l’unicita’ di un istituto le cui pareti trasudano ancora la volontà di accostare insegnamenti morali e disciplinari, ravvisabili ancora nelle relazioni dei giovani studenti ginnasiali che, invitati a recuperare racconti familiari, confermano il carattere formativo dell’istituzione.
Tra le pagine di Eos, giornale di Istituto che da 30 anni racconta le varie attività della scuola emergono tanti racconti e aneddoti di viaggi di istruzione, di confronti fra vari metodi di insegnanti come i Proff. Giannitti, Santoli, Della Corte, Piscopo e Riccardi, delle Proff. Carrano, Pellecchia, nel ricordo di Rettori, come De Maio, Russo, Brigliadoro e Aldorasi. Il Convitto, reduce dall’ evento di venerdi scorso, in cui si e’ annunciato il tema della prossima Notte Nazionale del Liceo Classico ha ancora tante belle progettualita’, che saranno raccontate nel prossimo Open day di Istituto del 13 dicembre 2025 ma non cancella la memoria responsabilizzante di un passato che luccicare come i bottoni delle divise che il Prof. Alfredo Spinelli volle provvedere a far riprendere perche’ il Convitto ha cura di preservare la sua atmosfera da sempre e per sempre.



