“Il calendario venatorio per turdidi e beccaccia va allineato a quelli delle altre regioni”. Il monito arriva da Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Lega. La Regione Campania con provvedimento dirigenziale del 2 gennaio 2024 ha recepito in maniera acritica l’ordinanza numero 1721/2021 del 10 gennaio 2023 del Tar Campania, fissando la data di chiusura dei turdidi al 10 gennaio 2024.
“Un provvedimento assolutamente non in linea con quanto avviene nelle altre Regioni limitrofe – osserva Tommasetti – Basti pensare che la Regione Basilicata con un provvedimento di modifica al calendario venatorio ha posticipato la chiusura del prelievo della beccaccia e dei turdidi al 31 gennaio 2024, mentre la Regione Puglia con delibera di giunta ha disposto il prolungamento della specie tordo bottaccio e tordo sassello al 31 gennaio e il prolungamento della caccia alla beccaccia dal 20 gennaio al 31 gennaio 2024. La Regione Calabria addirittura già nel calendario venatorio per la stagione 2023/2024 aveva previsto la chiusura della caccia ai turdidi ed alla beccaccia al 31 gennaio 2024”.
Tommasetti rimarca lo scopo di tali decisioni: “I dati forniti da Ispra sui periodi di migrazione dei turdidi e della beccaccia, posti a base dell’aggiornamento 2021, non sono allineati rispetto a quelli degli altri stati membri dell’Area Bacino del Mediterraneo, nonché predisposti senza un tavolo di confronto con i portatori di interesse e senza considerare alcuni recenti ed importanti lavori scientifici in ordine alle effettive date di migrazione”.
Da sempre a difesa degli interessi della categoria dei cacciatori, il consigliere regionale insiste: “Auspico che la giunta regionale della Campania, e in particolare l’assessore all’Agricoltura ed alla Caccia, adottino un immediato provvedimento amministrativo che adegui per quanto riguarda i turdidi e la beccaccia il calendario venatorio della Regione Campania a quello delle regioni confinanti (Calabria, Basilicata e Puglia), in perfetta aderenza con quanto richiesto a gran voce dalle principali associazioni venatorie, ossia Enalcaccia, Fidc, Arcicaccia, Italcaccia e Anuu. Ciò ricordando altresì che la Regione Campania ha istituito l’Osservatorio Regionale che avrebbe proprio il compito di fornire dati che possano confutare quelli dell’Ispra”.
Tommasetti non risparmia critiche: “I cacciatori campani sono stati anche stavolta fortemente penalizzati come d’altronde già avvenuto nel recente passato sulla vicenda della mancata approvazione dei piani faunistico-venatori provinciali. Nessun rispetto nei confronti di una categoria che versa nelle casse regionali le relative tasse previste per esercitare le proprie facoltà nei vari ambiti territoriali di caccia e che oggi vive una condizione di malcontento diffuso e assolutamente giustificato”.