Centro Autismo di Avellino, trovata una possibile soluzione al problema dell’umidità di risalita: con una spesa di circa 21mila euro si procederà con il metodo dell’elettrosmosi. Si tratta di una tecnologia ad hoc che agisce direttamente sulle molecole dell’acqua, invertendo la loro naturale spinta dal terreno verso l’alto e rispingendole verso il basso. E’ questa la strada individuata dal Comune di Avellino per dare una svolta definitiva alla ventennale odissea del Centro: una ulteriore accelerata resa possibile anche grazie ai fondi regionali (150mila euro) recentemente ottenuti dalla commissaria straordinaria del Comune di Avellino Giuliana Perrotta.
Il finanziamento regionale andrà così a coprire l’intero costo di quest’ultima tranche di lavori: oltre ai 21mila euro che saranno spesi per installare l’impianto di elettrosmosi, ne verranno impegnati circa altri 90mila per far eseguire i restanti interventi alla struttura, in modo da poter consegnare nelle migliori condizioni il Centro all’Asl Avellino entro i primi mesi del 2026. Il tutto grazie ad una determina ad hoc con la quale è stato spacchettato in due lotti l’intera operazione: il primo lotto è quello dei 90mila euro di lavori e il secondo riguarda i 21mila euro dell’elettrosmosi. E sommando a queste cifre l’Iva e le economie di gara si arriva ai 150mila stanziati dalla Regione.
Nel frattempo, per velocizzare ulteriormente l’apertura dell’agognato Centro, il Comune ha stipulato un patto di “co-gestione” temporanea con l’Asl Avellino, in modo da consentire già da subito le operazioni di allestimento della struttura: così anche durante l’esecuzione degli ultimi lavori, potranno essere portate in contrada Serroni le prime attrezzature e gli arredi necessari per poter ospitare i pazienti e i loro familiari.
IMPIANTO ELETTROSMOSI, LA SCHEDA
Si tratta di un impianto dotato di una tecnologia ‘non invasiva’ per eliminare l’umidità di risalita dai muri. L’impianto sfrutta un principio fisico per invertire la direzione delle molecole d’acqua e per spingerle verso il basso, nel terreno, anziché farle risalire nel muro. Esistono sistemi attivi (con elettrodi e impulsi elettrici per invertire la polarità) e passivi (che sfruttano la differenza di potenziale naturale tra muro e terreno). Questo metodo asciuga i muri, blocca l’umidità alla radice e può anche consolidare le fondazioni, evitando danni strutturali e la necessità di rifacimenti invasivi degli intonaci.



