Cambieranno due assessori; forse tre; addirittura quattro: il pallottoliere della verifica di maggioranza registra in queste ore picchi e fibrillazioni. Più la sindaca Laura Nargi si tiene sul vago nelle dichiarazioni ufficiali (“non ho mai parlato di rimpasto“, “troveremo una soluzione condivisa”…), più si accavallano le voci sui nomi che saranno sacrificati sull’altare della pace tra la sindaca e i festiani. Ore di attesa che potrebbero diventare giorni, anzi: i bene informati dicono che tutto si deciderà nell’ultima settimana di maggio. Un temporeggiamento strategico? Una mossa della Nargi per logorare l’avversario indebolito dalla recenti defezioni di ben cinque consiglieri su 16? No, più prosaicamente è il tempo entro il quale dovrebbe arrivare l’attesa mossa della Procura di Avellino: la fatidica ‘richiesta di rinvio a giudizio’ che attendono le decine di persone coinvolte a vario titolo nell’inchiesta Dolce Vita (oltre all’ex sindaco Festa ci sono anche ex consiglieri, dipendenti comunali, imprenditori…). Un’attesa giustificata dal fatto che un’eventuale richiesta di rinvio a giudizio per l’ex sindaco potrebbe indebolirlo al punto giusto, e cioé al punto in cui non sarebbe più in grado di contrastare un rimpasto di giunta che andrà necessariamente a toccare i “suoi” assessori. Attualmente i festiani in giunta sono 7: Monica Spiezia, Mario Spiniello, Gianluca Gaeta, Antonio Genovese, Giuseppe Negrone, Jessica Tomasetta e la vicesindaca Marianna Mazza. I primi tre sarebbero quelli in pole position per salire sull’altare sacrificale. Ma in un momento in cui gli scenari da immaginare sono ancora troppi e troppo diversi, non si può escludere nemmeno che la sindaca opti per una soluzione più salomonica: invece di sacrificare un assessore festiano in più, potrebbe decidere di spacchettare qualche assessorato ‘doppio’ per far entrare in giunta qualcuno dei “suoi”, o potrebbe anche istituire un assessorato che al momento non esiste, come per esempio quello alla Cultura (peraltro annunciato da Nargi a inizio consiliatura e mai ‘maturato’, a quanto pare proprio per volontà di Festa). Il tutto sempre tenendo conto del fatto che va comunque assicurata una equilibrata parità di genere. Intanto un primo risultato utile, già verificabile, è quello che Nargi ha ottenuto sul fronte delle dichiarazioni pubbliche del suo alleato-antagonista: non stanno arrivando più bordate del tipo “sindaca incapace di amministrare, senza idee e senza carattere”. Magari per il momento può anche bastare. Tra dieci giorni si vedrà il resto.