Se anche la sindaca di Avellino Laura Nargi dovesse dare seguito alla sua minaccia di questa mattina (“valuterò se azzerare la giunta”), non ci sarebbero i numeri per una nuova maggioranza. Non c’è un’alternativa a quella attuale: anche unendo i voti di tutti i consiglieri “anti-Festa” (cosa per nulla scontata) si raggiungerebbe quota 16, ma sono 16 anche i consiglieri festiani. E’ un perfetto stallo. Palla al centro. E un punto di merito, in questo caso, va assegnato all’ex sindaco Gianluca Festa, che facendo per tempo campagna acquisti nel gruppo consiliare della Nargi (vedi il recente passaggio di Rusolo e Rocchetta da Siamo Avellino a Viva la Libertà) si è assicurato i numeri necessari a reggere all’urto di un eventuale ribaltone.
Ora i festiani contano 16 consiglieri: 12 eletti con la lista Davvero e 4 nel gruppo Viva la Libertà, mentre il gruppo della sindaca Nargi, Siamo Avellino, è sceso da 6 a 4 consiglieri (sono rimasti Giulia Zaolino, Fabio Liberale, Carmine D’Alelio e il capogruppo Luigi Mattiello). E non solo. Oltre a vedersi assottigliare il proprio gruppo, Nargi non può nemmeno contare sugli alleati del Patto Civico che l’avevano fatta vincere al ballottaggio: anche qui va dato onore al merito a Festa e alla sua lungimiranza strategica, perché una volta archiviata la vittoria alle elezioni, ha subito messo alla porta i 4 consiglieri eletti con il Patto Civico: Sergio Trezza, Giuseppe Giacobbe, Gerardo Melillo e Rino Genovese. Quattro voti che comunque avrebbero fatto comodo alla sindaca, quantomeno per riequilibrare i rapporti di forza con i festiani.
Quindi a conti fatti, se anche i 4 consiglieri di Siamo Avellino volessero unire le forze con i 4 del Patto Civico e con gli 8 del Centrosinistra (Antonio Gengaro, Enza Ambrosone, Nicola Giordano, Amalio Santoro, Antonio Bellizzi, Ettore Iacovacci, Antonio Aquino e Luca Cipriano), si arriverebbe ad una situazione di perfetta parità: 16 voti contro 16. O anche 17 contro 17, se vogliamo contare anche il voto della stessa sindaca Nargi e quello del presidente del consiglio comunale Ugo Maggio (anche lui eletto con la lista Davvero).
Alla luce di questi conti viene da pensare che i primi due a non credere alla crisi di maggioranza e ancor di più all’azzeramento della giunta, sono proprio i due litiganti: la sindaca Nargi e l’ex sindaco Festa. Anche perché far cadere oggi l’Amministrazione vuol dire lasciare il Comune in mano ad un commissario prefettizio per un anno. Meglio aspettare almeno fino a Natale 2025: a quel punto il commissario si insedierebbe solo per una manciata di mesi, giusto il tempo di fare la campagna elettorale e andare al voto in primavera.