Autonomia differenziata e aree interne: Cgil in campo con una campagna informativa nei territori. Si parte domani (venerdì 15 marzo) con un convegno a Sant’Angelo dei Lombardi. Parteciperanno il presidente Anci Campania Carlo Marino (sindaco di Caserta), i deputati Franco Mari (gruppo Avs), Michele Gubitosa (M5S), Piero De Luca (Pd), il presidente del Progetto Pilota ‘Alta Irpinia’ Rosanna Repole (sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi). A chiudere i lavori sarà Christian Ferrari, segretario Cgil nazionale.
Questo il tema attorno al quale si svilupperà il dibattito promosso dal sindacato: “L’Autonomia differenziata, così come disegnata dal DDL Calderoli, è il declino definitivo per le aree interne e fragili di tutta Italia ma in particolare del Mezzogiorno”.
L’iniziativa organizzata dalla Cgil Avellino si terrà alle 16 presso sala teatro Centro Sociale Sindacale “Don Bruno Mariani” di Sant’Angelo dei Lombardi.
L’apertura sarà affidata alla relazione del segretario generale Cgil Avellino, Franco Fiordellisi e il contributo del Presidente Servizi Sociali Alta Irpinia Luigi D’Angelis.
L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sui canali Facebook di Cgil Avellino e collettiva.it .
Ecco alcuni dati già diffusi dagli organizzatori: “In Italia più di un quinto della popolazione vive in comuni con limitato accesso ai servizi essenziali (22,7%), nelle regioni del Mezzogiorno questa percentuale supera il 36% della popolazione e il dato della Campania è in linea ma l’Irpinia supera questi dati; ciò significa che più di un terzo dei cittadini vive potenziali disagi per accedere a servizi pubblici essenziali come sanitari ed educativi, a causa anche di un limitato accesso a servizi di mobilità”.
Un altro fattore importante è il lavoro che si lega al decremento demografico che si fa sempre più marcato in tutte le aree interne ma in particolare nei comuni definiti periferici o ultra periferici: “La necessità di aprire un confronto nelle aree interne della Campania – dice il segretario generale Cgil Avellino, Franco Fiordellisi – è fondamentale per il nostro territorio che, se dovesse proseguire il progetto di Calderoli, sarebbe ulteriormente esposto ai processi di desertificazione a causa della forte riduzione di risorse per i servizi pubblici, una frantumazione che con la riduzione di risorse per lo sviluppo sostenibile, le infrastrutture e servizi limiterà ulteriormente la presenza di attività economiche e quindi ‘umana’. Siamo in presenza di un progetto catastrofico per le aree fragili ed interne, in particolare del Mezzogiorno, già fortemente penalizzate negli anni a causa dell’austerità e a politiche che hanno posto al centro la questione settentrionale e facendo scomparire la questione meridionale”.