“Il sindaco di Forino permette che io e miei figli continuiamo a vivere in una casa inagibile, pericolosa. Sono due settimane che si rifiuta di intervenire”. La signora Giuseppina Esposito, vedova, vive con i due figli di 19 e 15 anni in una casa di circa 100 metri quadrati in via Petraro, e viste le condizioni pessime in cui versa l’appartamento, a ottobre ha pagato per l’ultima volta l’affitto: “Ho smesso di pagare l’affitto perché i proprietari si rifiutano di fare quei lavori minimi a cui dovrebbero essere obbligati per legge. Piove dentro casa. Tutte le mura sono mangiate dall’umidità. Si forma la muffa. Le finestre non si chiudono. La scala che collega al piano di sopra si è staccata dal muro, è pericolante, ho paura per l’incolumità dei miei figli e per la mia. I proprietari si rifiutano di fare i lavori e ora hanno pure chiesto lo sfratto”.
“Ho fatto la richiesta di un alloggio popolare, da cinque anni sto in graduatoria ma sono ancora al 30esimo posto. Il Comune ha finito di costruire una casa di edilizia popolare, ma sono stati realizzati solo 25 appartamenti. Ho chiesto di verificare meglio la graduatoria, per aggiornare la mia posizione visto che sono vedova, ho due figli e con uno stipendio di mille euro al mese non mi posso permettere di pagare un affitto normale. Ma il sindaco dice che non mi può aiutare. Non so più cosa fare”.
Le ultime due settimane sono state di fuoco per la signora Giuseppina, costretta ad una spola infinita (kafkiana) tra i vari uffici comunali: ha prima parlato con la funzionaria comunale, che le ha consigliato di scrivere una lettera ai proprietari di casa per chiedere i lavori di manutenzione, ma vista la loro risposta negativa le ha detto di parlare direttamente con il sindaco; il sindaco l’ha ascoltata e poi le ha detto di tornare dalla funzionaria; da qui è stata mandata ai servizi sociali, dove le hanno detto di non poter fare nulla e di tornare dal sindaco. E’ tornata dal sindaco, poi di nuovo dalla funzionaria e poi di nuovo dal sindaco. Due settimane al termine delle quali ormai in Comune viene accolta da scrollate di spalle e da sguardi poco comprensivi. Del resto il Comune ha compiuto quei passi minimi a cui era tenuto, ha inserito la signora nelle graduatorie per gli alloggi popolari e le hanno anche fatto sapere che ad ottobre potrà presentare una ulteriore richiesta: “Ma io – ci dice Giuseppina – non posso aspettare ancora”.
Alla fine le hanno detto che se non vuole aspettare lo scorrimento della graduatoria si deve trovare da sola un’altra casa in affitto: “Mi hanno anche fatto vedere su internet l’offerta di un appartamento di 35 metri quadrati per un affitto di 380 euro al mese. Ma come posso fare con il mio stipendio ad affrontare una spesa di questo tipo e come posso far vivere i miei figli in un appartamento così piccolo?”.
Paradossalmente l’unica cosa che dopo tante insistenze ha ottenuto è stata una sorpresa poco piacevole: “L’altra mattina dagli uffici comunali mi è arrivata una lettera che mi ha lasciato senza parole. Era una bolletta della Tari da 384 euro, la spazzatura, che da 15 anni, da quando abito a Forino, non mi era mai arrivata. E’ come se si fossero accorti oggi che esisto. E invece di aiutarmi…”.