Di Domenico Gallo
Siamo entrati nella terza settimana di guerra e la tempesta di fuoco scagliata da Israele contro la Striscia di Gaza non accenna a diminuire, anzi si intensifica con l’ingresso di mezzi corazzati e truppe di terra. Da ultimo ,il bombardamento di Jabalia e di altri campi profughi ha fatto elevare a 8.000 il numero delle vittime civili. Secondo l’Unicef Gaza è diventata un cimitero per migliaia di bambini (3.450 uccisi in due settimane) e un inferno per tutti gli altri. Non si riesce a comprendere quale disegno politico guidi la reazione di Israele al di là dello spirito di vendetta per i massacri subiti dalla sua popolazione il 7 ottobre. Certamente non aiuta a capirlo quanto affermato da Netanyahu che ha dichiarato che si tratta di “una battaglia del bene contro il male”, di “una lotta tra i figli della luce e i figli delle tenebre”. Questa visione messianica giustifica ogni massacro e mette in ombra l’assurdità degli obiettivi politici perseguiti. Il dichiarato intento di eradicare Hamas e di eliminare tutti i suoi miliziani è un obiettivo impossibile perché non vi è un forte di Hamas da espugnare, non vi sono delle divisioni da affrontare e sconfiggere sul campo di battaglia.
I miliziani di Hamas sono rifugiati in una selva che è la sfortunata popolazione della Striscia. Per eliminarli tutti bisognerebbe disboscare la selva. Non si può eradicare Hamas senza compiere un vero e proprio genocidio. E’ proprio quello che Israele sta facendo, distruggendo in modo massiccio le abitazioni, facendo fuggire la popolazione più a sud (dove peraltro continua a bombardare), togliendo il cibo, l’acqua, l’energia, anche agli ospedali, e spegnendo le comunicazioni. Orbene è per tutti evidente che non si può invocare il diritto di difesa di Israele per giustificare attacchi così brutali ed indiscriminati. Non ha senso progettare ipotetiche Conferenze internazionali di pace, quando non si ha il coraggio di chiedere il cessate il fuoco perché bisogna lasciare libero Israele di continuare la sua punizione collettiva contro la popolazione di Gaza. La Comunità internazionale deve imporre il cessate il fuoco. Se si consente ad Israele di continuare a mettere a ferro e a fuoco la Striscia di Gaza, niente può escludere che il conflitto si estenda a tutto il Medio Oriente. Gaza può essere il punto di innesco di un conflitto mondiale che nessuno vorrebbe ma nessuno può impedire, come avvenne a Sarajevo nel 1914.