I prossimi quindici giorni saranno fondamentali per quel che riguarda i destini di Industria Italiana Autobus”. Lo dice Giuseppe Zaolino, segretario provinciale della Fismic Confsal. “Dobbiamo dare il senso dell’orgoglio dell’intera Irpinia e far arrivare bene la nostra protesta verso il governo e il Mimit”, afferma.
E gli appuntamenti degli ultimi giorni, sembrano “battere un colpo in tal senso”, continua il sindacalista. “Siamo fortemente in ritardo perché il compromesso a livello romano c’è già (il cambio della guardia, nel pacchetto azionario dell’azienda, tra Leonardo, socio pubblico di maggioranza, e la Seri Industrial dei fratelli Civitillo, ndr).
Il segretario provinciale della Fismic chiede che il ministero delle Imprese e del made in Italy “convochi il prossimo 23 maggio anche Gruppioni e Stirpe per mettere in chiaro le due posizioni e i due eventuali piani industriali. Il governo dovrà spiegare perché preferisce accordarsi con Civitillo.
Su questo – aggiunge – sono stato chiaro in tutte le precedenti riunioni. La decisione finale, poi -sottolinea Zaolino – su chi dovrà essere il soggetto che gestirà, spetterà alle parti sociali e al sindacato”.
Bisognerà evitare, per Fismic, una Industria Italiana Autobus che si avvia a fare la fine dell’Ilva di Taranto. “La proposta di Gianfranco Rotondi ci somiglia molto: se entro diciotto mesi le cose non dovessero andare bene, lo Stato ed il governo si impegnano a riprendersi le quote pubbliche che andrebbero oggi ad un privato. Il problema è se c’è un piano industriale per fare autobus, è di dare continuità produttiva a questa aziendali Stato che fornisce prodotti alle municipalizzate”.
Altrimenti “è inutile girarci intorno. La protesta e l’orgoglio di tutta l’Irpinia, se si trasformeranno in una pressione forte, sono le uniche condizioni capaci di riaprire in parte la decisione già assunta”.