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Se in Irpinia viene meno l’automotive

Se per la bassa Irpinia il perno è la Stellantis di Pratola Serra, per l’Alta Irpinia è senza dubbio l’Industria Italiana Autobus. Il tessuto economico dell’automotive dipende dai due grandi e principali stabilimenti della provincia di Avellino. L’ex Irsbus è fresco di tavolo ministeriale. Alla presenza dei nuovi proprietari, i fratelli Civitillo, titolari del Gruppo Seri, le sigle sindacali hanno tentato di scoprire le carte degli imprenditori casertani.

Nessun risultato di fatto è uscito dalla porta del dicastero di via Vittorio Veneto. Le parti si aggiorneranno. L’unica novità, nell’aria già da qualche settimana, è rappresentata dall’entrata in società di un grande gruppo cinese leader del settore. Se le indiscrezioni dovessero essere confermate, si tratta della Dongfeng Motors, come anticipato tra queste colonne. I produttori di auto elettriche della Repubblica Popolare avrebbero messo gli occhi anche sui terreni che circondano la fabbrica di Flumeri, ma ancora nessuna conferma ufficiale, o ufficiosa, è arrivata in tal senso.

Di certo sono questioni legate al doppio filo del rebus Iia. Quando e se sarà risolto ne va del rilancio dell’intera area. Intanto qualcosa si muove. Il settore dell’alluminio, che batte sui territori poco distanti dal produttore di autobus, sembrerebbe registrare una crescita. La Sirpress dell’imprenditore Gruppioni potrebbe allargare l’occupazione coinvolgendo la Sai. Qui è previsto un investimento di impiantistica di ultima generazione. Stesso discorso per la Ema, che avendo acquisito diverse commesse, avrebbe in programma un aumento del personale con un piano di assunzioni.

Tutte situazioni che vedranno nel prossimo autunno il loro sviluppo. Nel bene e nel male.

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