Il vescovo di Avellino Arturo Aiello tira le orecchie all’amministrazione comunale: “La Cappella Centrale del Cimitero è ormai diventata una discarica. Questa è la quarta amministrazione comunale alla quale chiedo i lavori di restauro. Noi come Diocesi siamo disponibili a collaborare alle spese, ma ora basta aspettare”. Parole che il Vescovo ha pronunciato questa mattina guardando dritto negli occhi la sindaca Laura Nargi, presente in prima fila, con le altre autorità civili e militari alla celebrazione del Giorno dei Morti. E subito dopo “l’andate in pace”, Aiello e Nargi hanno effettuato un sopralluogo durante il quale la sindaca ha potuto constatare con i propri occhi le condizioni della struttura. Il dato certo è che al momento al suo interno non si può celebrare alcuna funzione, e così è da troppi anni. Infatti, anche senza prendere la parola, la sindaca ha annuito con il capo alle parole, anche dure, del vescovo.
Fino al momento della ‘tirata di orecchie’, la cerimonia religiosa era filata liscia, senza intoppi o deviazioni dal canovaccio classico. Molta gente presente. L’intero parcheggio pieno di auto. Tante autorità. E anche qualche consigliere comunale (tra gli altri si sono visti alcuni esponenti della maggioranza, come Alberto Bilotta e Olimpia Rusolo, del gruppo Siamo Avellino, uno della opposizione, Antonio Aquino del Movimento Cinque Stelle, e Giuseppe Giacobbe del Patto Civico). Fino a che non si è arrivati al termine dell’omelia religiosa: Aiello si è tolto dal capo la papalina color porpora e ha indossato la più maestosa mitria bianca, come per rendere anche visibile un ‘cambio di registro’, e si è rivolto a Nargi: “Vorrei chiedere al sindaco, finita questa celebrazione, di farsi un giro nella cappella che è alle mie spalle. Lo dico pubblicamente, senza spirito di polemica, perché siamo alla quarta Amministrazione: ne ho viste passare quattro, una breve come fiore del campo direbbe la Bibbia, e a tutte ho presentato questo disagio, e cioé che una città così bella come Avellino non possa avere una Cappella Centrale che sia degna di questo nome”.
“E’ una Cappella – ha continuato il vescovo – che richiama nello stile l’architettura palladiana, ma invece è diventata rifugio di gatti, di colombi… A guardarla veramente non fa onore. E allora, Laura, come ho già detto anche alle altre Amministrazioni, noi non abbiamo soldini, però offro una sorta di partnership da parte della Diocesi, con il Comune e con qualche altro ente disponibile, per il restauro di questa che architettonicamente è una bella chiesa, ma entrandoci a tutto fa pensare… Sembra più una discarica”.
La fortuna di questa edizione 2024 del Giorno dei Morti è stato il sole, altrimenti invece che le teste dei fedeli presenti si sarebbe vista una selva di ombrelli aperti, con magari molte meno persone di quelle presenti stamattina: “Allora – ha chiosato il vescovo – speriamo che anche l’anno prossimo sia così, anche perché finché c’è bel tempo e celebriamo fuori, viva Dio, ma se piove? Dove ci riuniamo? E se bisogna fare una celebrazione esequiale qui all’interno del cimitero? Insomma, non c’è uno spazio decoroso. Quello che chiedo a Laura e che ho chiesto alle amministrazioni precedenti è un gesto di affetto e di rispetto che vogliamo avere nei confronti dei nostri defunti. Ripeto: il vescovo a nome della Diocesi si fa disponibile per una collaborazione, in modo tale che non si gravi eccessivamente sulle casse del Comune. Questi sono segni che aiutano anche a dire ‘c’è la resurrezione’, perché se non c’è allora possiamo anche stare in compagnia dei gatti e di altri uccelli. Invece il culto dei morti nasce da questa fede, e anche i segni esterni delle tombe aiutano a dire ‘c’è altro’. Vi benedico tutti”.