L’esodo come viaggio che racconta il passato e il presente dell’uomo, come esperienza che accomuna tutti gli uomini e le donne, al di là delle differenze legate al colore della pelle o religione. E’ il filo conduttore della mostra “Exodus” dell’artista avellinese Alfonso Silba, avellinese doc, da anni trasferitosi in Sardegna, a Orisei, per insegnare arte nelle scuole, inaugurata questa sera al Circolo della stampa dove resterà fino al 19 aprile. E’ il critico d’arte Gabriele Agus a soffermarsi sulla forza espressiva delle tele di Silba “lunghe oltre 10 metri, pensate inizialmente per avvolgere lo spettatore, in cui le immagini rappresentate acquistano una dimensione universale, anche grazie alla scelta dell’artista di rendere i personaggi raffigurati poco riconoscibili, proprio perchè parte di un’unica umanità. Sarebbe ingiusto leggere le opere come spaccato della realtà agropastorale della Sardegna, uomini e animali si fanno richiami al passato e al futuro, di qui l’invito rivolto agli spettatori ad andare al di là delle immagini e dei particolari realmente raffigurati, a leggere le tele di Silba alla luce della propria esperienza di uomini e donne che hanno fatto i conti con le partenze, con viaggi alla ricerca di sè. Poichè l’esodo è sempre esperienza che segna e dalla quale si ritorna cambiati e nulla potrà essere più la stessa come accade con qualsiasi viaggio e lo è ancora di più quando si è costretti a scegliere la fuga per sopravvivere”. Quindi si sofferma sulla dimensione sociale che attraversa tutte le opere di Silba, una tensione che è tentativo di interrogarsi sul tempo presente, sui conflitti che imperversano nel mondo, sul tragico destino di tanti popoli, da quello di Israele che dopo la fuga dell’Egitto andava in cerca della propria terra agli uomini e alle donne che arrivano dal Nord dell’Africa o dai paesi dilaniati dalla guerra. E’ quindi la giornalista Floriana a Guerriero a sottolineare la poliedricità di un artista che sceglie i soggetti delle proprie opere con accuratezza, soffermandosi su contemporaneità e letteratura, da Dante Alighieri a Grazia Deledda, dal ciclo pittorico dedicato alla Bibbia in occasione del Giubileo ai migranti. E’, infine, l’artista a raccontarsi, a partire dall’esperienza vissuta nella bottega dell’arte di Filippo Di Jorio, artista e giornalista, particolarmente attento alle nuove generazioni “Quell’esperienza è stata fondamentale, poichè ho imparato a cimentarmi con le tecniche artistiche più diverse”. E’ una formazione che oggi non esiste più per i nostri ragazzi”.