Inchiesta Dolce vita, un atto integrativo di indagine e’ stato messo a disposizione di quattro indagati e dei loro difensori. procuratore aggiunto Francesco Raffaele e il pm Fabio Massimo Del Mauro hanno firmato un avviso di deposito degli atti integrativi all’attenzione dei legali dei quattro indagati (per presunte condotte di corruzione per atti contrari ai propri doveri di ufficio e corruzione nell’esercizio delle funzioni).
Si tratterebbe di una informativa dei Carabinieri del Reparto Operativo depositata qualche giorno fa. L’informativa dovrebbe riguardare il capitolo delle nuove accuse all’ex sindaco Gianluca Festa, due dirigenti comunali e un imprenditore, destinatari di un avviso di conclusione delle indagini preliminari a fine febbraio scorso (che aveva integrato quello gia’ firmato dal pm Fabio Massimo Del Mauro e dal Procuratore Domenico Airoma e dal Procuratore Aggiunto Francesco Raffaele il 27 dicembre scorso) per corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio e falso materiale commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici sulla base di un’annotazione del febbraio 2024 dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino . Il Comune di Avellino e’ stato individuato come parte offesa nel procedimento.
Intanto per il primo filone d’ inchiesta che vede indagate 28 persone, il Gip ha disposto la conservazione di soli 17 secondi di conversazioni, ritenute potenzialmente utili alle indagini.
In aula, gli avvocati avevano sostenuto con forza l’irrilevanza dei contenuti oggetto di dibattito, citando frammenti considerati privi di qualsiasi valore probatorio.
Il giudice aveva condiviso la necessità di una valutazione rigorosa della rilevanza investigativa dei materiali, sottolineando come solo una minima parte degli audio potesse, allo stato attuale, conservare un potenziale interesse ai fini dell’indagine. Tutte le altre porzioni sono andate distrutte, secondo quanto stabilito nell’ordinanza emessa dal gip.
Respinta, di fatto, la linea del pubblico ministero, che si era opposto alla cancellazione integrale dei file, sottolineando l’importanza di non frammentare eccessivamente il procedimento e chiedendo che si mantenesse il materiale per eventuali sviluppi. Il Gip ha invece tracciato un confine netto, privilegiando il diritto alla riservatezza e alla difesa, ritenendo non giustificata la conservazione di contenuti non pertinenti.
Ora la Procura potrebbe avanzare la richiesta di rinvio a giudizio per i 28 indagati nel primo filone dell’inchiesta.