“Riesce a declinare la figurazione e l’astrazione con estrema fluidità del mestiere. Sia la sintesi del segno, sia l’efficacia e veemenza della pennellata, donano ai suoi lavori potenza espressiva ed eleganza formale”. È la critica di Guido Folco, direttore del Museo Miit – Museo Internazionale Italia Arte – Arte moderna e contemporanea, a proposito delle opere di Romano Albanese. Così si esprime, invece, Pamela Ladogana, docente di Storia contemporanea presso l’Università di Cagliari: “In ogni opera si può scorgere il riferimento ai grandi classici, ma anche alla sua personale interpretazione, il cui tratto è coerente nello stile e riconoscibile”. Originario di Ariano Irpino, dove ha vissuto fino al 2007, Romano Albanese, è anche musicista e cantante: approdato in Sardegna per lavorare nei piano bar, vi ha trovato l’amore della sua vita e ci è rimasto, affascinato anche dalla straordinaria terra sarda. Lì ha cominciato a costruire scenografie per il teatro e allestimenti per vetrine commerciali, interagendo con vari materiali di scarto, “travolto”, come lui stesso racconta, dalla sua istintiva manualità, grazie alla quale è iniziata l’avventura pittorica. Ha cominciato a documentarsi e si è messo in gioco, “sfidando” artisti affermati e arrivando talvolta persino a inimicarseli. Fonte di ispirazione, per lui che è artista eclettico, è qualunque cosa abbia un senso logico: un profilo in penombra o persino la postura di una persona, da cui partire per approfondirne lo studio. Natura, mitologia, condizione umana, arte, musica, aspetti urbani, fotografia, scrittura, sono le fonti principali delle sue opere, che nel corso del 2019 ha già presentato in 4 mostre di successo. Romano vive a Tortolì, una pianura un tempo completamente rurale, ai piedi del Gennargentu, a 150 Km da Cagliari e a meno di 200 da Olbia, che non esita a definire “un’isola nell’isola”. Dopo una prima mostra personale del 2018, Romano Albanese, che rivendica con orgoglio le sue origini, coltivando un saldo legame con la sua terra, è tornato per un periodo in Irpinia, dove esporrà di nuovo ad Ariano Irpino, dal 28 novembre al 14 dicembre, dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 20, nella centrale Via Tribunali, presso Palazzo ex Ciccone. In contemporanea, a Grottaminarda, presso il Castello D’Aquino, proporrà, in alcune sale e presso Il caffè letterario, una selezione di opere, tra cui La caduta del cavaliere, che gli ha fruttato vari premi, e una selezione di 6 quadri musicali, proposti in diversi concorsi internazionali. Acrilici su tela, tavole, cartoni, carta, sono gli elementi su cui si posa l’estro sapiente di Romano Albanese, che fa di ogni opera un progetto di ricerca e sperimentazione, mai scontato o banale, il cui contenuto serba sempre nell’anima, anche dopo aver venduto un quadro. L’arte, del resto, nasce dalla sensibilità, dall’intuizione, dall’inquietudine, dal modo di percepire ciò che ci circonda e in ultima analisi, di intendere la vita. Nell’interiorità di ognuno, si nasconde un mondo a volte conosciuto, altre meno, nella maggior parte dei casi sconosciuto o persino negato: l’artista talvolta riesce a esternarlo attraverso le sue opere, facendolo scoprire a chi manca degli strumenti per esprimerlo, ma vi riconosce una sintonia. Il lavoro di Romano Albanese afferra tutto ciò e ce lo rimanda: a noi cogliere la preziosa opportunità che ci regala.
Floriana Mastandrea