Particolarmente duro l’intervento di questa mattina dell’onorevole Alberta De Simone, storica esponente del Pd irpino ed ex presidente della Provincia: “Per anni ci siamo illusi che la nostra provincia fosse libera dalla criminalità. Tutto è cambiato però con l’arrivo dei fondi per il terremoto del 1980. Troppi soldi. E un’area troppo vasta da coprire, scandalosamente vasta, allargata a dismisura. Con una suddivisione di quei fondi che ignorava i bisogni di chi era rimasto senza casa e puntava ad altro. In quel momento si è avuto in Irpinia l’arrivo di imprenditori del Nord e politici del Nord interessati a mettere le mani sull’affare. E la camorra non si è lasciata sfuggire l’occasione. Poi, una volta che la corruzione prende piede, dilaga. Io non faccio più politica da un tempo ormai infinito, sono una libera pensatrice, e in questi panni mi trovo benissimo, perché il senso di libertà che si prova quando si può ragionare è grande. Brecht diceva che l’uomo può fare tante cose, anche volare, scoprire e uccidere, ma ha un grande difetto: può pensare. Ci sono oggi uomini che pensano oggi? Moltissimi, ma non sono in politica. C’è una forbice spaventosa tra quello che pensa l’opinione pubblica e quello che pensa chi è incaricato di dirigere l’Europa e il mondo”,
“Sulla legalità. In un panorama in cui l’Onu è stato messo sotto i piedi. Ogni giorno vediamo le immagini strazianti delle stragi dei palestinesi. Sono tutte illegali. Illegale è l’atteggiamento politico di chi distingue la reazione alla guerra Ucraina, con il 19esimo pacchetto di sanzioni allo studio, e il silenzio colpevole sulla strage dei palestinesi. Ma vi pare possibile, in un’epoca in cui tutti abbiamo voluto la globalizzazione, che l’Irpinia e Avellino rimangano immuni? La legalità è calpestata a livelli altissimi oggi. Avellino prima era protetta da una rete sociale e di partiti che oggi non c’è più. Avevamo i nostri punti di riferimento. Poi abbiamo commesso l’errore di distruggere quella rete. I politici non ascoltano più il territorio, perché le scelte vengono fatte a Roma. Qui ad Avellino si è creata una gande bolla, irrazionale, dove chi si sente smarrito si rifugia nel primo masaniello di turno che propone feste, festini, divertimenti e via dicendo. Questa bolla si è ingrossata e oggi ne fanno parte tantissime persone. Qui al Comune di Avellino il problema non era far cadere la sindaca Nargi, assolutamente no, e l’ho detto a suo tempo, ma era rifarsi alla politica e ricreare quella rete”.



