“Era capace di coniugare la carica utopica col pragmatismo, di far immaginare e insieme progettare la città del futuro”. E’ Antonio Gengaro a ricordare la lezione di Antonio Di Nunno, al termine della celebrazione della santa messa officiata da don Emilio Carbone nel ricordo di Antonio Di Nunno, a nove anni dalla scomparsa dell’indimenticato sindaco cittadino. “Il suo obiettivo – prosegue Gengaro – era quello di una città che potesse avere un ruolo centrale nella regione, contraddistinta da alti indici della qualità della vita. Immaginava una città capace di ritrovare un’anima dopo la distruzione del terremoto, una città giardino a dimensione di bambini e di anziani. Il suo sogno utopico si è concretizzato nel disegno del Puc di Gregotti e Cagnardi ma si è poi interrotto bruscamente. La città si è ripiegata su sè stessa e non ha colto le occasioni offerte dal suo programma. Siamo convinti, però, che sia possibile riprendere la sua lezione. Noi ci crediamo”. Franco Russo spiega come “Era più avanti di tutti, capace di aggregare, di unire forze, ci sarebbe bisogno di uomini come lui”.
Generoso Picone sottolinea come “Manca l’attenzione alla lezione di Di Nunno, che continua a vivere anche in questi anni difficili per la città, una lezione di dignità, orgoglio e consapevolezza del ruolo che deve avere un capoluogo. Troppo spesso si banalizza il suo slogan di dare un’anima alla città mentre il riferimento è alla necessità di uno scatto di dignità e orgoglio verso un obiettivo più consono per un capoluogo di provincia”. Il sociologo Ugo Santinelli spiega come “Manca dello sguardo di Di Nunno la ricostruzione della profezia, dell’immediato futuro che si intravede agendo politicamente. E’ la capacità di guardare avanti che oggi è assente, si continua a girare in tondo, senza sbocco”. Gli fa eco il medico Giampaolo Palumbo “La sua idea di politica era espressione di un modo di stare con la gente e di agire per il futuro della gente”.
Il senatore Enzo De Luca pone l’accento sulla sua “capacitò di fare riferimento al bene comune, sempre attento all’idea di comunità e all’uomo. Oggi c’è molto egoismo nell’attuale scenario politica. Fuio io ad andarlo a prendere per il corso per farlo candidare. Mi rispose che ero pazzo. Ma i risultati hanno dimostrato che avevo ragione. Sono convinto che se recuperiamo la sua lezione possiamo offrire un contributo al futuro di questa città”. Ida Grella spiega come “Manca la visione che contraddistingueva la sua idea di politica. Una politica che oggi è ferma sul quotidiano, sull’emergenza. Ecco perchè i cittadini sono disamorati e non vanno a votare. Bisogna offrire loro un sogno, una missione, una progettualità forte per riavvicinarli alla politica. Mentre se inseguiamo la carriera personale e siamo concentrati sul quotidiano avremo sempre più gente senza speranza che non ha fiducia nelle istituzioni”. A partecipare alla cerimonia, tra gli altri, anche Nunzio Cignarella, Franco Festa, Enrico Ferrara, Pierino De Gruttola, gli ex sindaci Giuseppe Galasso, Enzo Venezia e Antonio Matarazzo, Generoso Bruno, Stefano La Verde, Ermando Zoina, Lello De Stefano. Presente anche il candidato sindaco del centrosinistra Benny De Maio.