di Paolo D’Amato
Dimenticata tra le ombre di un deposito, l’antica edicola votiva della Collegiata di Forino
rinasce dopo cinquant’anni: un frammento di fede, arte e storia restituito alla comunità
Con la ripresa delle attività della Pro Loco, durante l’esame del poco materiale superstite,
inizialmente non si attribuì particolare importanza ad alcune cassette accantonate in un
angolo. Solo quando si iniziò a ispezionarle con attenzione, fu subito chiaro che ci si
trovava davanti a qualcosa di straordinario: una meraviglia che, da circa cinquant’anni a
questa parte, pochi hanno avuto la fortuna di ammirare.
In effetti, si stava “ritrovando” l’antica edicola votiva che campeggiava sul muro esterno
della Collegiata della SS. Annunziata. Venne smontata dalla sua sede dopo l’abbattimento
del muro con portale in pietra, che dava accesso al cortile antistante l’antica Collegiata.
Questo evento è collocabile tra il 1965 (anno desunto dalle ultime foto conosciute del sito) e
il 1974.
L’ultima volta che l’edicola era stata ricomposta risale al 2001. In quell’occasione, insieme
al compianto presidente della Pro Loco, Vincenzo Riccardi, ci trovammo a fotografare il
materiale conservato nel deposito della Soprintendenza, allora situato nei locali della
canonica della Chiesa di San Biagio. La ceramica fu ricomposta al pavimento e fotografata
dall’alto di uno scalotto. Quell’immagine fu poi pubblicata nel volume Le Edicole Votive di
Forino – La devozione popolare nell’arte della ceramica, edito nel 2002 grazie al concreto
sostegno della Pro Loco.
Segue la scheda descrittiva che accompagnava la foto:
Annunciazione di Ns Signore
Ubicazione: Chiesa della SS Annunziata.
Epoca: XVIII – XIX secolo.
Iscrizioni: nessuna
Iconografia: Annunciazione a Maria Vergine. Oltre la Madonna e l’Arcangelo Gabriele, vi
sono rappresentate altre tre teste di angeli.
Note: pannello ceramico composto da 33 mattonelle e 26 listelli con 2 angolari per la
cornice. Era posta all’ingresso del cortile della chiesa, nell’arco del muro di cinta. La sua
custodia è a cura della Pro Loco di Forino. Ma perché venne costruita la Chiesa della SS
Annunziata? Già nel XV secolo Forino e casali contavano innumerevoli chiese, ma era la
Chiesa di San Nicola posta sul suo colle, il punto di riferimento per la cura delle anime
della comunità forinese. Essendo in quel tempo i sacerdoti del Santuario pochi e molto
anziani, le autorità ecclesiali del tempo esposero alla Santa Sede la necessità di trasferire
la cura delle anime della Chiesa di San Nicola “in planitiae”, perché fosse più accessibile a
tutti i casali. E infatti Papa Nicolò V, con bolla datata 1luglio 1452, concesse di trasferire
la cura delle anime nel piano. Nacque così, inglobando la preesistente Chiesa di San
Pietro, la cui origine risale al 1170, la “Collegiata di San Nicola e della SS Annunziata”.
Oltretutto il luogo dove venne costruita la nuova chiesa era già utilizzato dall’Università di
Forino, antica istituzione feudale simile in molti aspetti all’attuale organizzazione
municipale, le cui riunioni avvenivano all’ombra dei grandi tigli. La nascita della Chiesa
dell’Annunziata coincide quindi con un periodo di decadimento per la Chiesa di San Nicola
e per il Castello, all’epoca ancora residenza del feudatario. La costruzione della nuova
Chiesa determinerà anche la creazione di spazi per l’alloggio del feudatario, che dopo
qualche anno vi si trasferirà in attesa del completamento del palazzo che noi conosciamo
come Palazzo Caracciolo. Parliamo ora della chiesa, che è una costruzione a tre navate, e
chi ha avuto la fortuna di visitarla tempo fa, ricorderà certamente l’altare in marmo
artisticamente decorato, lo spettacolare palliotto e il coro in legno finemente lavorato. La
seconda grande guerra, ma soprattutto gli uomini in tempi relativamente recenti, hanno
fatto sì che tutto questo scomparisse. La memoria di tutto ciò è ora affidata alle immagini
fotografiche dell’archivio della Pro Loco, recentemente esposte durante una manifestazione
scolastica. Oltretutto, negli anni ’70 u.s. venne intrapreso un tentativo di restauro della
chiesa, che fino ad oggi non è stato completato. Ora possiamo solo “ammirare” un edificio
completamente saccheggiato e un prezioso campanile medioevale che mostra evidenti i
segni del tempo. Ultimamente è stata ripristinata anche l’antica usanza della Processione
del 25 di marzo, ordinata dalla già citata bolla papale del 1452.
Rispetto alla scheda, e alla luce di un nuovo esame della maiolica, dobbiamo rettificare
l’epoca di realizzazione: quella indicata nella scheda era stata reperita da una catalogazione
della Soprintendenza. Grazie a un nuovo e attento esame delle mattonelle, è emerso un
dettaglio significativo. Ogni mattonella presenta un bollo inciso sul retro, indicante il
laboratorio di produzione. Dopo un’accurata pulizia è apparso il nome del laboratorio che la
realizzò: la Fabbrica Privilegiata dei Colonnese, attiva a Napoli tra il 1830 e il 1870.
Vi riassumiamo qualche informazione, tratta da uno studio di Eros Biavati. Salvatore
Colonnese, inizialmente modellatore in gesso presso la manifattura Giustiniani, fondò la sua
fabbrica nel 1830 e partecipò alla prima Esposizione nel 1834. I suoi figli, Francesco e
Gaetano, ne potenziarono l’attività con nuove macchine e tecniche. Il marchio
“PRIVILEGIATA” indica i brevetti concessi dal Re per le loro invenzioni. Il disegno di un
cavalluccio al centro del marchio indica per approssimazione le realizzazioni posteriori al
1840, alle quali appartiene l’edicola forinese. Le riggiole fabbricate a macchina presentano
sul retro una superficie a quadretti incavati, per una migliore aderenza. La fabbrica
Colonnese è considerata tra le più innovative dell’industria ceramica napoletana. Nel 1881
era ancora attiva sotto la guida di un altro Salvatore Colonnese, probabilmente nipote del
fondatore.
La maiolica, ricomposta su un pannello di legno in modo non invasivo — ovvero tale da
permettere un suo rapido smontaggio — verrà esposta nel Museo della Pro Loco di Forino,
ospitato in un locale all’interno dell’odierna sede comunale, nel Palazzo Caracciolo. Verrà così restituita ai forinesi la possibilità di conoscere e ammirare questo prezioso manufatto
dell’arte sacra popolare.




