Segnali positivi dal mercato degli autobus italiani e Flumeri sogna la ripresa. Se nel 2023 il mercato sopra le 8 tonnellate aveva riconquistato la vetta dei quattromila, nel 2024 si è andati a un passo dalla cima dei 5.000: dal primo gennaio al 31 dicembre 2024 in Italia sono stati infatti immatricolati 4.920 pezzi, per una crescita del 19,9% sullo scorso anno, secondo i dati messi a disposizione da Anfia.
La fetta più corposa della torta è rappresentata dagli urbani, aumentati vertiginosamente (+73,9%) da 1.403 a 2.440, di cui ben 994 elettrici: ciò significa che 4 Classe I su 10 sono a batteria. Il diesel rimane la tecnologia di trazione dominante con 1.740 autobus, ma perde 600 pezzi rispetto al 2023. Bene il metano: nel 2024 sono stati immatricolati 1.246 bus a gas, pari a una crescita del 76,5%.
Interessante anche il dato relativo alle diverse aree di produzione del Paese, pubblicato sul sito autobusweb: nel Sud e nelle isole sono arrivate quasi 2mila targhe sulle 4.920 sopra le 8 tonnellate, in crescita del 31,2% sul 2023. Molto bene anche il Centro Italia con 1.337 targhe: + 98,7% sul 2023. In leggera difficoltà il Nord Italia, che perde circa 300 unità: 981 nel Nord Ovest e 664 nel Nord Est.
I positivi sussulti di mercato hanno dato nuova linfa anche alla Menarinibus che, dopo un 2023 decisamente negativo, torna nei primi posti di una graduatoria che conferma in testa Iveco Bus con 2.000 immatricolazioni, pari a una quota di mercato del 41% .
L’ex Industria Italiana Autobus di Flumeri, oggi Menarinibus, è come noto passata dalla gestione pubblica a quella privata, con l’ingresso del Gruppo Seri guidato da Vittorio Civitillo, di recente affiancato dai cinesi del Gruppo Geely. Leonardo ha infatti ceduto l’ex IIA al nuovo gruppo che ora detiene il 98%; mentre il restante 2% continua ad essere in mano ad Invitalia, già socio insieme a Leonardo.
Una riorganizzazione avvenuta tra le proteste delle sigle sindacali e di gran parte dei lavoratori di Flumeri e di Bologna, da sempre contrari all’acquisizione del gruppo della famiglia Civitillo, che non può vantare un’esperienza significativa nel settore della produzione di autobus.
La partita è ancora agli inizi e il sindacato si interroga sul futuro produttivo di uno stabilimento che non ha ancora trovato la sua strada e, quindi, la sua mission produttiva. Che tipo di pullman si produrranno? E, soprattutto, con quanti lavoratori? Sono queste le prime domande alle quali il nuovo corso dovrà dare risposte serie e credibili nelle prossime settimane.