Una riflessione a tutto campo sui concetti di utilitarismo e bene comune nella società di oggi a partire dalla formula del debate. E’ il confronto con i docenti Edmondo Lisena e Antonio Iuliano, introdotti dal professore Leonardo Festa, sull’etica del male minore, così come teorizzato dal filosofo David Edmonds nel volume dal titolo “Uccideresti l’uomo grasso?” in una Biblioteca Provinciale gremita in ogni ordine di posto. Sono gli studenti a votare le due tesi contrapposte riconducibili ad una stessa tipologia di situazioni, scegliere il male minore di fronte ad una contingenza in cui qualsiasi delle nostre scelte comporterà la morte di qualcuno. Ci viene chiesto di scegliere se salvare 5 vite sacrificando un unico uomo grasso oppure salvare l’uomo grasso ma al prezzo di 5 vite. A colpire è la grande partecipazione dei giovani, che in un sabato promeriggio si ritrovano in Biblioteca e si interrogano su chi dei due relatori abbia argomentato meglio la sua tesi, discutendo di etica e di filosofia, conquistati dalla formula dell’incontro.
Se Lisena sostiene la tesi dell’utilitarismo teorizzato da Bentham, secondo cui è necessario perseguire il vantaggio per il maggior numero di persone, stabilendo dunque che la vita di un uomo vale meno di quella di cinque persone, Iuliano cerca di difendere le ragioni di una scelta opposta, salvare l’uomo grasso, ribadendo i pericoli di una scelta utilitarista che ci vede esercitare il diritto di scegliere la vita o la morte per un altro uomo, violando la sua libertà e imponendogli la scelta del sacrificio, sottolineando la difficoltà di misurare l’utile nella società di oggi. Se da un lato ci fossero 5 uomini soli e dall’altro un uomo con molteplici legami familiari quale sarebbe la scelta più giusta? Per scoprire che l’istinto della compassione ci spingerebbe in una direzione piuttosto che in un’altra e che ci sono, dunque, automatismi che neutralizzano il valore morale, che determinano un’omologazione dei sentimenti fino a sollevare interrogativi sulla nostra vera libertà.
Una riflessione per comprendere i limiti dell’utilitarismo che con l’avanzare delle tecnologie diventa sempre più dominante e rischia “di farci confondere – spiega Lisena – l’utile col bene. Non necessariamente perseguire l’utile contribuisce a renderci più felici”. Inevitabile il riferimento a scelte morali che regolano sempre di più le nostre esistenze, come nel mondo della sanità, quando si parla di eutanasia e aborto. Mentre Iuliano pone l’accento sulle sovrastrutture ideali che ci impongono una visione utilitarista “Viviamo nella società virtuale per eccellenza che finisce per favorire la sedimentazione di contenuti che condizionano le nostre scelte nella vita di ogni giorno e persino nella geopolitica”. E’ quindi il preside Giovanni Sasso della Società Filosofica Italiana a sottolineare la difficoltà di coniugare nella società di oggi “valori come libertà, necessità e dovere a partire dalle responsabilità nei confronti delle nuove generazioni nel segno della sostenibilità e del bene comune. Se facciamo fallire un’azienda che inquina avremo causato un grosso danno economico ma alla lunga avremo prodotto un beneficio per la comunità”
Gli incontri proseguiranno martedì 12 marzo alle ore 17.00 con la presentazione del volume di Armando Bisogno, ‘’Il racconto fragile . Le Confessiones di Agostino’’, in collaborazione con la Società Filosofica Italiana (SFI) mentre il 16 marzo sarà presentato il volume dedicato alla memoria del professore Giuliano Minichiello