«Che la campagna elettorale fosse una battaglia lo si sapeva e non mi sconvolge,
ma tutte le battaglie hanno le loro regole da rispettare, come dovrebbero fare due pugili che si affrontano a viso aperto su di un ring». Salvatore Carratù attacca Girolamo Giaquinto, accusato di non rispettare le regole della contesa che si consumerà il 23 e 24 giugno con il secondo turno elettorale del ballottaggio, «e prova a sferrare pugni sotto la cintura – dice sempre Carratù- Ecco le notizie false, la manipolazione della realtà e della legge, la distorsione delle parole. Tutto per non perdere la fascia pur perdendo la faccia».
È il segno evidente, continua, «di chi non si rassegna e non accetta il giudizio del popolo. È il riflesso scomposto di chi esercita un ruolo pubblico solo per se stesso. Per quanto mi riguarda, resterò fino all’ultimo secondo sul ring, lo farò come ho sempre fatto senza trucchi, senza raggiri e rispettando tutti.
Non rispondo a Giaquinto. Rispondo solo ai cittadini, alla mia comunità».