Ospite della trasmissione 0825 in onda ogni domenica su OttoChannel (canale 696 del digitale terrestre) Leonardo Morosini ha risposto a diverse domande, trattando tanti temi interessanti: “E’ stato un turno pieno di pareggi e la classifica non è cambiata. Abbiamo giocato un ottimo primo tempo, purtroppo nella ripresa hanno pareggiato e nel finale ci hanno messo in difficoltà creando qualche occasione importante. Secondo me è un punto guadagnato, piano piano ci stiamo avvicinando al raggiungimento dell’obiettivo e speriamo di proseguire con questa striscia di risultati positivi”.
C’è una salvezza da conquistare, eppure la gente già pensa al futuro e vuole che resti ad Avellino…
“Il futuro in generale è sempre un punto interrogativo. Quella di Avellino è stata un’esperienza forte, sono uno positivo di carattere e preferisco pensare che la stagione non è finita e voglio concludere quest’avventura nel migliore dei modi contribuendo alla salvezza della mia squadra. Porterò sempre dentro l’affetto e il calore della piazza, per quel poco che ho vissuto la tifoseria ti fa sentire speciale, quasi come se giocassi in Champions League. La mia situazione è particolare, in estate vedremo cosa accadrà”.
Inevitabile chiedere cosa sia cambiato da Novellino a Foscarini…
“Le prestazioni parlano da sole, contano i fatti e quelli dicono che ora siamo una squadra più quadrata ed equilibrata, che in campo è messa bene e soffre meno l’avversario. Dobbiamo continuare su questa strada sapendo che il calendario è difficile, ma che con questa mentalità possiamo giocarcela alla pari con tutti. A Chiavari abbiamo costruito tante occasioni e siamo stati propositivi Per un allenatore non è semplice subentrare, il mister si è inserito bene. Nei momenti di difficoltà ci sono tanti discorsi che si possono fare, ma contano i fatti e da ogni allenamento effettuato è partita questa nuova avventura per tutti quanti noi. Chi prima giocava poco si è rimesso in discussione, chi giocava deve difendere il posto da titolare. La squadra è stata intelligente e lo ha accolto nel modo giusto”.
Il tuo infortunio è arrivato in un momento d’oro per te e per la squadra…
“Ho rivisto 10mila volte i gol che ho segnato, sono le uniche gioie di questa stagione. Ero partito benissimo al pari dei miei compagni, è stata un’annata decisamente strana e ci vorrebbero ore per analizzare tutto quello che ci è capitato. Il mio infortunio contro l’Empoli rappresenta uno dei tanti momenti sfortunati del campionato, ma sono orgoglioso di essere rientrato dopo cinque mesi dopo un’operazione delicata. Come dicevo prima non ho avuto la possibilità di godermi questa esperienza, ma bisogna guardare avanti cercando di essere positivi e fiduciosi. Mi trovo bene ad Avellino, è una citta che mi piace e l’ambiente ti trascina. La gente ha dimostrato di volermi bene e il pensiero di restare c’è sempre, ma nella vita non mi piace programmare e non so nemmeno cosa accadrà domani mattina. Ciò che mi dicono mi resta dentro e potrebbe contare quando si discuterà del io futuro calcistico”.
Che opinione hai della tifoseria biancoverde?
“Ho visto qualche video del Partenio, anche qualcuno abbastanza vecchio. Pur avendo giocato a Brescia io sono bergamasco e posso dire con grande sincerità che quella di Avellino mi ricorda molto la tifoseria atalantina. C’è un grande senso di appartenenza e una passione fuori dal comune per la squadra, proprio per questo è un piacere indossare questa maglia pur avendo trascorso 4-5 mesi di grande sofferenza per quell’infortunio”.
Cosa ti ha fatto star peggio in quel periodo riabilitativo?
“Stare lontano dallo spogliatoio fa male, è un mestiere che ti fa vivere i tuoi compagni ogni giorno e quindi mi mancavano. Quando un calciatore finisce la carriera va in depressione proprio perché perdi determinate abitudini che ti fanno innamorare di questo lavoro. Ora sono di nuovo qui, spesso ho seguito l’Avellino anche se ero indisponibile. Sono consapevole che sarà durissima essere titolare: io e Matteo siamo pronti, ma Castaldo e Asencio stanno lavorando benissimo ed è difficile strappare il posto a questi ragazzi. L’infortunio? Non c’è stato un movimento strano del ginocchio, io non avevo capito quanto fosse grave la situazione forse perché ho la muscolatura forte e non ho avvertito particolare dolore. Si pensava addirittura che potessi già giocare due settimane dopo contro la Salernitana”.
A proposito di Salernitana, quanto pesa non aver giocato quelle partite?
“Il nostro momento negativo è partito da quel derby sciagurato,col senno di poi sono ancora più rammaricato per non essere sceso in campo nè all’andata, nè al ritorno. E’ accaduto di tutto in quella partita, sono successe cose un po’ tristi tra i giocatori. Qualcuno si è comportato da persona poco intelligente: dai tifosi si possono accettare determinati gesti, da chi va sul campo no. La squadra ha subito il contraccolpo psicologico di quella partita, da lì è iniziata una stagione completamente diversa contraddistinta da sfortuna e da tanti errori nostri. Non è un caso che ancora oggi soffriamo nei minuti finali e subiamo diverse rimonte: è necessario ritrovare serenità e consapevolezza dei nostri mezzi per portare a casa i risultati. A Salerno ho vissuto sensazioni bellissime, anche se non era il mio primo derby: mi era capitato già in Genoa-Sampdoria, pur giocando appena un minuto. All’Arechi è stata una giornata intensa, peccato sia andata a finire male”.
Quale ruolo preferisci e in cosa devi migliorare?
“Nel calcio moderno non tutti giocano col trequartista, ma a me piace avere la mente libera per potermi esprimere. Sono consapevole che per fare un certo tipo di carriera devo lavorare molto dal punto di vista tattico, il mio è un ruolo un po’ particolare e tanti allenatori si schierano direttamente con le due punte o con il centravanti e gli esterni a supporto. Quanto accaduto quest’anno, però, non mi ha permesso di crescere sotto questo aspetto e nelle ultime settimane la priorità è stata la condizione atletica, chiaramente non sono al 100% pur migliorando quotidianamente. Ho un preparatore bravissimo che mi segue ogni giorno, credo di essere in grado di giocare”.
Volata salvezza, le tue previsioni…
“Campionato imprevedibile. La Ternana ha dimostrato di essere viva, ad Ascoli c’è un allenatore che è un martello, il Cesena è solido e sa giocare al calcio. La Salernitana se fa risultato a Cremona si tira fuori dalla mischia, ma tutte le squadre collocate nella zona destra rischiano e devono arrivare quanto prima alla fatidica quota dei 50 punti. Noi dobbiamo salvarci in casa, al Partenio abbiamo una marcia in più ed è un campo difficile per tutti. E’ stata una stagione non positiva, ma tra le mura amiche abbiamo fatto bene anche con Novellino. Siamo artefici del nostro destino, sin dal match col Frosinone dobbiamo proseguire la nostra marcia di avvicinamento verso il traguardo pur sapendo che affrontiamo una grande squadra, costruita per obiettivi prestigiosi e che già l’anno scorso sfiorò la serie A”.
Con chi hai legato maggiormente nello spogliatoio?
“E’ un gruppo bellissimo, siamo tutti ragazzi seri e professionali. Non è una normalità, posso assicurarvi che anche nei giorni liberi curiamo molto l’alimentazione e spesso preferiamo allenarci in palestra piuttosto che star fermi. Ho legato con tutti, ultimamente sto frequentando molto Migliorini ed è nato un rapporto particolare”.
Che momento sta vivendo Ardemagni?
“Matteo andrebbe conosciuto di persona: da fuori può sembrare montato e stravagante, in realtà è un ragazzo genuino e anche un ottimo giocatore. Credo sia un uomo speciale, merita assolutamente di tornare al gol per la grande professionalità che sta dimostrando allenamento dopo allenamento. Avverto che la gente gli vuole bene a prescindere da tutto e lui saprà ripagare la la fiducia sul campo. All’inizio ha segnato tante reti, ma il calcio è uno sport di squadra e quando non arrivano i risultati non è mai colpa di un singolo elemento”.