Signori grandi e grossi si muovono come la pioggia, vestiti di nero, con la
presunzione, per ora fondata, di poter a volte riempire gli spazi in
desertificazione dei brandelli che la politica di palazzo ha lasciato ai
nostri territori.
I loro modi di fare sono antidemocratici, soprattutto non verbali, con
disposizione in cerchio, o in fila militare, gonfiandosi il petto marchiato
con lettere e simboli che descrivono il movimento neofascista e squadrista
che propagandano.
Una delibera delle giunte comunali delle nostre cittadine, in applicazione
della Costituzione, dovrebbe chiaramente sottolineare che è vietato cedere,
autorizzare, occupare “locali comunali, spazi aperti al pubblico o suolo
pubblico ad associazioni ed organizzazioni che abbiano manifestato e
professato ideologie razziste, xenofobe o antisemite, omofobe o
antidemocratiche, al fine di limitare le uscite pubbliche di coloro che si
siano espressi con termini e modalità che indichino odio o intolleranza
religiosa o che si ispirino ai disvalori del fascismo o del nazismo o che
contrastino i valori della Resistenza”.
Lasciare che abbia voce, sotto qualsiasi forma, un movimento partitico
dichiaratamente fascista, renderebbe i Comuni complici di fertilizzazione
sul territorio di relazioni e omertà nei confronti di organizzazioni
pericolose e minacciose, di spirito di emulazione violenta, specialmente
nei confronti della popolazione giovanile e delle diversità insite in ogni
territorio.
Fatti, questi, da evitare con la massima fermezza.