Animi tesi tra Rosetta D’Amelio e la nuova direzione nazionale del Partito Democratico a guida Elly Schlein. La nomina di un commissario, nella persona di Antonio Misiani, per la Campania, ha di fatto sbarrato le porte alla nomina – unitaria – dell’ex presidente del consiglio regionale alla segreteria campana.
In alcune recenti dichiarazioni l’irpina ha sottolineato quanto il PD Campania e quello di Napoli si confermino un “partito dai lunghi coltelli”. E ha incalzato la neo-segretaria nazionale sulla “logica delle correnti” che “va sempre respinta e non a fasi alterne”.
Per la D’Amelio non c’era bisogno di una decisione così drastica dal momento che, lei in primis, era impegnata nel fare uno sforzo per andare oltre i problemi della costola dem campana. Anche perché a Caserta “c’è una guerra tra bande infinita, provincia da anni commissariata”.
Si è anche difesa dalle accuse secondo le quali la sua candidatura sarebbe stata frutto del suo essere “deluchiana”: “Non ho gradito l’etichetta che mi è stata apposta da un pezzo del partito, ma anche dalla stampa. Si è detto che la mia nomina è stata bloccata perché sarei deluchiana. Ho grande rispetto per De Luca ma ho una mia storia personale“.
Pubblicamente non si mostra risentita per il congelamento della sua elezione, per la quale aveva già definito il suo staff con una forte componente femminile e figure giovani che avessero un radicamento sul territorio, ma tra le righe si evince l’amarezza di un’occasione persa.