AVELLINO – C’è un intero arco costituzionale fuori dai confini della nuova maggioranza consiliare targata Nargi. Ci sono tutti i partiti: dagli sconfitti del centrosinistra ‘largo’, al centrodestra di Fratelli d’Italia. E sono tutti lì, alla finestra: chi a leccarsi le ferite, come nel caso del Pd, chi a cercare con il lumino gli ex alleati scomparsi dai radar (di Lega e Forza Italia si sono perse le tracce). Lo raccontano ai nostri lettori Francesco Todisco (Pd), Nello Pizza (segretario provinciale Pd), Modestino Iandoli (Fdi) e Gennaro Romei (Udc).
Il primo ci racconta cosa è successo dopo che ha pubblicato sui social una lunga, dettagliata e spietata lettera aperta sugli errori commessi in campagna elettorale: 6 bordate dritte al cuore del centrosinistra, che hanno suscitato levate di scudi dallo stesso Pd, della serie ‘è facile parlare dopo’. “Innanzitutto – dice Todisco, che alle Europee ha ottenuto poco meno di 10mila voti – mi fa piacere dire che quella mia lettera è stata molto apprezzata. Ha trovato molto consenso. C’è stata anche qualche voce critica, ma è stata minoritaria. E chi non l’ha condivisa per lo più è stato portatore di quei sentimenti di livore che non ci hanno portano lontano. E che non portano lontano la comunità avellinese. Con quei sentimenti è difficile governare la città. A chi mi accusa di aver fatto quelle dichiarazioni solo dopo il voto, dico che non è vero. Quelle cose le ho dette anche prima e durante la campagna elettorale. Le ho dette sotto voce, ai miei compagni di partito e di coalizione”.
Il segretario provinciale del Pd Nello Pizza invita a guardare il bicchiere mezzo pieno: “Siamo arrivati ad un soffio dalla vittoria. Ora non buttiamo il bambino con tutta l’acqua sporca. Dobbiamo essere obiettivi, abbiamo perso ma di poco. Una grossa fetta di città si è riconosciuta nelle nostre proposte, e anche in provincia siamo andati bene: alle Europee siamo il primo partito. La realtà è che il Pd è presente ed è forte. Non dovevamo demonizzare i festiani, ma valorizzare i pregi della nostra progettualità. Ora spero che l’opposizione rimanga unita e faccia fronte comune sulle cose da fare. Il campolargo ha retto; forse le altre forze della coalizione non hanno ottenuto percentuali entusiasmanti, ma penso che la strada del campolargo sia giusta, perché da soli non si va da nessuna parte”.
E saltiamo dall’altra parte della barricata politica. A Modestino Iandoli chiediamo: chi ha vinto queste elezioni? C’è chi dice le abbia vinte il centrodestra, voi ne sapete qualcosa? “C’è sempre qualcuno che vuole mettere il cappello sulle vittorie degli altri. Per fortuna alla fine conta l’evidenza dei fatti. Nella coalizione di Laura Nargi non ho sentito nessuno dire di essere di centrodestra. Non mi pare proprio”. Ogni riferimento alle intemerate di Gianfranco Rotondi è puramente voluto, anche se sempre Rotondi dice poi anche di essere democristiano e di considerare Avellino una città sempre democristiana: “Ma magari questo è il passato – insinua Iandoli –, magari il pensiero politico degli avellinesi sta cambiando. I risultati delle Europee hanno dimostrato che in effetti il trend è cambiato, anche qui in Irpinia. Ora aspettiamo che si facciano vivi gli alleati per riaprire il tavolo di centrodestra cittadino”. Gennaro Romei (Udc) la pensa allo stesso modo: “Siamo stati gli unici, con Iandoli, a tenere alte le bandiere di partito e la battaglia identitaria. Per il tavolo del centrodestra noi ci siamo. E parleremo soltanto con i partiti”.