Un progetto capace di raccogliere i servizi offerti da professionisti e dalle istituzioni alla comunità locale. Il progetto nasce dalla volontà di smettere di parlare e cominciare ad operare sul territorio e mettere finalmente in atto quella tanta auspicata sinergia tra le istituzioni e i settori professionali per il benessere sociale. E’ l’idea da cui nasce il convegno “Prima di partire per un luogo viaggio. Appunti per un progetto plurale”. Sarà presentato il 13 dicembre, presso la sala consiliare del Comune di San Michele di Serino, Interverranno Alfonso Leo, medico neurologo e psicoanalista, Paolo Rocco Cipriano, psicologo clinico, Giulietta Fabbo, docente al liceo classico Colletta, Ornella Favorito, delegata alla famiglia del Comune di San Michele, Carolina Renzulli, delegata alle politiche scolastiche, Antonio Delle Grazie, delegato alle politiche sociali. Il sentiero che si vuole tracciare è quella di creare una rete di professionisti che escano dagli studi privati e col supporto e la collaborazione delle istituzioni riescano a raggiungere e a a intercettare il grido del disagio, il bisogno d’ascolto. La rete può rappresentare uno strumento prezioso per prevenire le situazioni di burn out, la sensazione di sentirsi schiacciati, da parte di tante categorie di adulti e offrire la possibilità di trovare un luogo dove la domanda non rimanga inascoltata. “La parola viaggio, prima di rappresentare il cammino e la meta da raggiungere, indica – etimologicamente – ciò che, nel cammino, si porta con sé.
E’ Paolo Rocco Cipriano a spiegare l’idea da cui nasce il confronto “Viaggio deriva da “provvista”, che risale dai termini “prevenire” e, soprattutto, “curare”. In un lungo viaggio, allora, il bagaglio di “cura” è fondamentale e lo è ancora di più quando tale viaggio è plurale, potremmo dire collettivo, ovvero per il sociale, nel sociale. Un viaggio implica anche una certa fatica e ogni fatica si avverte in primo luogo nel corpo, nei corpi. I corpi che formano il sociale, però, sono differenti: ogni corpo ha proprie peculiarità e, pertanto, necessita di cure particolari. Scrive la poetessa Wislawa Szymborska sul corpo: “Il corpo prova dolore, deve mangiare e respirare e dormire, ha la pelle fina, e subito sotto – sangue, ha una buona scorta di denti e di unghie, le ossa fragili, e le giunture stirabili. C’è solo più gente, alle vecchie colpe se ne sono aggiunte di nuove, reali, posticce, provvisorie e inesistenti, ma il grido del corpo che ne risponde era, è e sarà un grido d’innocenza, secondo un registro e una scala eterni. Niente è cambiato”