Certe storie nascono come semi spinti dal vento, atterrano in un solco fortunato e, quasi senza far rumore, mettono radici.
La Tenuta Rósole è uno di questi: l’esito maturo di un cammino iniziato quasi dieci anni fa da Sara Moscariello e Patrizio Della Polla, uniti non solo da un amore profondo, ma da una visione condivisa. Quella di restituire dignità a un mestiere antico – quello del pastore – e nuova linfa a una filiera che oggi rappresenta un raro esempio di autenticità, bellezza e coerenza. Lei parla di futuro e innovazione, lui risponde con il linguaggio antico delle mani, pungenti d’erba e di latte. Nelle notti d’inverno Patrizio varcava l’uscio con agnellini tremanti fra le braccia per salvarli dal gelo.
Sara, sulle prime, protestava per quel profumo di stalla in cucina; poi, vinta da un amore più forte d’ogni obiezione, restava a vegliarli come fossero figli. È stato allora che hanno capito: proteggere la vita fragile era la loro vocazione comune. Da quel gesto ripetuto nasce, oggi Ròsole, nome di luce rosata e promessa dolce, laboratorio di sapori e giardino di relazioni. Ròsole, una parola che sussurra dolcemente la terra da cui proviene. Ricorda la luce rosata del tramonto sui pascoli d’altura, ma anche la delicatezza delle cose autentiche, quelle che nascono lente e vere. Nel dialetto irpino richiama le sfumature del giorno che finisce o quelle erbe spontanee che crescono tra le rocce e si usano in cucina con rispetto e memoria. Sara, la più giovane del gruppo, ha saputo, negli anni, radunare accademici, artigiani, contadini, e soprattutto undici nuovi pastori: che, come Patrizio, ora possono contare su un presente dignitoso e su un domani che profuma di lana e rosmarino. Qui, sulle colline dell’Irpinia, le Pecore Malvizze pascolano libere e vengono allevate con rispetto. Il loro latte, ricco di storia e biodiversità, viene trasformato con perizia artigiana e affinato in grotte naturali, dove silenzio, umidità e temperatura sono governati da una sorgente viva che attraversa la roccia. Ogni forma di Pecorino Bagnolese è un racconto. Un viaggio sensoriale nei pascoli alti, tra gesti lenti, mani esperte e vite che resistono. E come spesso ama descrivere il percorso Sara, dice: – “Pietra dopo pietra, abbiamo dato vita al nostro sogno e soprattutto la dimora al il pecorino bagnolese. Il giorno dell’inaugurazione, il portone di Ròsole si spalancò su una festa di aromi e parole. I Maestri del Gusto arrivarono da ogni angolo dell’Irpinia, portando in dono le loro lame affilate, i loro lieviti segreti, le mani impastate di esperienza. Non erano semplici ospiti: erano i primi ambasciatori di quei formaggi nati al passo lento delle greggi. Li avevano già messi al centro delle loro cucine e pasticcerie, perché dentro vi percepivano onestà, territorio e carezza umana. Nello specifico erano presenti: Il maestro pizzaiolo Giuseppe Maglione, lo chef Diego Guglielminetti de Il Mulino della Signora e della Pastry chef Carmen Vecchione che hanno elaborato un menù che non solo nutre, ma emoziona. Ovvero, un omaggio creativo al Pecorino Bagnolese, interpretato in chiave contemporanea: tra pizze d’autore, piatti d’autenticità e dolci di memoria. A completare l’offerta, un’esperienza unica pensata per i viaggiatori del gusto e per chi cerca autenticità: la “Pecorino Experience”. Un percorso immersivo tra pascoli, grotte di stagionatura e sale di lavorazione, che si conclude con degustazioni sensoriali capaci di raccontare, attraverso il palato, l’anima più profonda dell’Irpinia.
Il taglio del nastro non è soltanto l’inizio di una nuova attività, ma l’avvio di un nuovo capitolo rurale ed etico: un ponte tra la cultura contadina e l’innovazione, tra le radici e il futuro.
Perché la Tenuta Ròsole è tutto questo ed è questo Sara Moscariello: amore che diventa terra, terra che si fa visione, e visione che dà vita a nuove strade di bellezza condivisa.