Otto ore di sciopero per dire no ai licenziamenti e ad un’organizzazione interna del lavoro finita da tempo nel mirino del sindacato. O meglio, di una parte del sindacato, perché stamattina, davanti ai cancelli della Denso Thermal Systems di Pianodardine, sventolano solo le bandiere della Fiom e della Uilm. “Qualche sindacato – tuona il segretario della Uilm Gaetano Altieri – ha smesso di fare il sindacato. Trovo assurdo che si facciano dei comunicati per dire no allo sciopero: in questa vertenza, purtroppo, la controparte non è solo l’azienda”.
In verità il fronte anti-sciopero di Fim Cisl, UglM e Fismic è stato in qualche modo rotto dal segretario generale dell’Ugl Costantino Vassiliadis, presente al sit-in del sindacato, La partecipazione è bassa, “ma era prevedibile”, continua Altieri. “In un’azienda, una realtà che in passato è stata modello nelle relazioni sindacali, c’è da tempo un clima tossico, di accuse e sospetti. I lavoratori hanno paura: dopo gli ultimi tagli temono per il loro futuro. É una situazione non più tollerabile, dalla quale bisogna uscire al più presto”.
“Non è possibile lavorare in condizioni simili. Il sistema sanzionatorio utilizzato dall’azienda, che ha portato come noto a diversi licenziamenti, non va bene, anche in presenza di una situazione produttiva complessa. Come sindacato – rilancia il segretario della Fiom Giuseppe Morsa – chiediamo la ripresa del confronto, interrotto da un comunicato di Confindustria in cui, di fatto, si chiedeva di rinunciare allo sciopero per aprire il confronto sui contratti di solidarietà, in scadenza a fine mese, e, più complessivamente, sul futuro dell’azienda. Sono presupposti che non possiamo accettare, il dialogo va ripreso su altre basi”.
Nello stabilimento di Pianodardine, specializzato nella produzione di climatizzatori e componentistica per auto, sono stati quantificati circa 240 esuberi, sulle complessive 830 unità impiegate, che hanno aperto le porte, con l’obiettivo di evitare tagli e licenziamenti, ad un massiccio ricorso ai contratti di solidarietà. Una decisione legata alle difficoltà che vivono tutti gli stabilimenti Stellantis del Sud e, in particolare, Melfi, Pomigliano, Cassino e Atessa, tra i principali destinatari della produzione Denso.
“Siamo consapevoli delle difficoltà che vive l’automotive, ma questo – attacca ancora Altieri – non può giustificare certi comportamenti. La proroga dei contratti di solidarietà è fondamentale, ma all’azienda chiediamo anche che i lavoratori siano alternati, senza gravare solo su alcuni di loro: non è così che si gestisce una fase di difficoltà che deve riguardare tutti”.
Al fianco dei lavoratori anche il consigliere regionale Vincenzo Ciampi e don Vitaliano della Sala. “Sono pronto a dare il mio contributo e farmi portavoce, nel mio ruolo istituzionale, di questa delicata vertenza. L’obiettivo – precisa Ciampi – deve essere quello di riprendere al più posto il dialogo con l’azienda. Bisogna ricomporre la frattura e trovare l’intesa sulle soluzioni migliori per salvaguardare i livelli occupazionali. La vertenza Denso conferma la crisi che vive l’industria in Irpinia, servono misure urgenti”.
Preoccupato anche il parroco di Mercogliano: “L’Irpinia vive una fase decisamente complicata, che rischia di cancellare altri posti di lavoro. L’industria della nostra provincia è in grande difficoltà: è un’emergenza sociale che richiede il contributo di tutti. Occorre fare fronte comune, ognuno per la propria parte, per garantire un futuro occupazionale ai tanti lavoratori irpini in difficoltà. Il clima tossico, denunciato dal sindacato, preoccupa non poco: senza un dialogo costruttivo – osserva – diventa difficile immaginare una prospettiva positiva”.