La sezione diritti delle persone del tribunale di Roma, guidata dal dottor Corrado Bile, ha emesso ieri una sentenza di decisione in merito al giudizio avviato dalla presunta ‘Democrazia Cristiana storica’, che rivendicava il diritto all’uso del nome e del simbolo della Dc. Il giudice Bile ha rigettato il ricorso, affermando che la vita elettorale della Dc si è conclusa nel 1992, e pertanto i partiti ad essa succeduta vantano autonomi diritti all’uso dei rispettivi simboli e nomi.
“Siamo soddisfatti dell’esito del giudizio- dice il presidente della Dc Gianfranco Rotondi- e siamo convinti che tali orientamenti saranno riaffermati anche ad Avellino, ove pende un giudizio altrettanto infondato e pretestuoso. Rimaniamo aperti alla possibilità di una intesa che permetta ai democristiani di riconoscersi in un partito che riproponga il nome e il simbolo della Dc, ma questo dipende dalla volontà dei protagonisti, non si può chiedere in tribunale”.