Cinque anni di reclusione per maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti della ex moglie e dei figli, perpetrati, secondo l’accusa, a partire dal 2002 e fino al settembre del 2022, quando erano stati interrotti dalla misura cautelare applicata nei suoi confronti dai carabinieri di Mirabella Eclano.
Questa la condanna emessa dal Tribunale Collegiale di Avellino, presieduto dal giudice Gianpiero Scarlato, nei confronti di un 45enne, difeso dal penalista Enrico Matarazzo.
In aula il pm Cecilia Annecchini, al termine della sua requisitoria, ha invocato una condanna ad otto anni di reclusione, ripercorrendo quella che e’ stata una vicenda di maltrattamenti scandita da una “violenza psicologica e fisica e che provoca un trauma profondo”.
Secondo la ricostruzione del pm la vittima e’ una donna, una moglie e una madre traumatizzata e distrutta dai continui episodi di angherie, che ha dovuto subire ininterrottamente per venti anni, non uno stato di soggezione, ma di schiavitu”. La donna insieme ai suoi figli sarebbero ” stati picchiati e maltrattati sia fisicamente che psicologicamente”. Il magistrato ha anche chiesto la condanna per la violenza sessuale, perché non era compiuta solo per soddisfare bisogni fisici, ma perpetrata anche con oggetti a suo piacimento”.
Una ricostruzione ampia delle presunte condotte di maltrattamento anche da parte del legale di parte civile, l’avvocato Antonietta De Angelis, che ha messo in evidenza come la donna fosse “trattata come un oggetto”.
Invece la difesa, rappresentata dall’avvocato Enrico Matarazzo, ha dichiarato in aula come non ci siano riscontri alle accuse, che sono state riferite rispetto all’arco di venti anni dalla vittima. Ora si attendono le motivazioni della sentenza che saranno depositate entro 90 giorni .