Al momento l’ingresso del tunnel di piazza Garibaldi è buono solo per far parcheggiare quattro o cinque auto. Nello sconforto della ventennale attesa cerchiamo di vedere se almeno in fondo c’è una luce: e forse c’è, perché l’assessore ‘tecnico’ ai Lavori Pubblici, il professore della Bocconi Remo Dalla Longa, audito nella commissione presieduta da Antonio Genovese (Davvero), ha spiegato che un modo per accelerare i tempi ci sarebbe: dare un ultimatum al Provveditorato e minacciare una denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale.
Dalla Longa ha chiarito anche a quale step siamo arrivati di questa ventennale saga: “Resta da compiere un ultimo step che però non è semplice: il nulla osta dal Provveditorato alle Opere pubbliche. Non è semplice perché questo organismo pubblico è in fase di dismissione ormai da venti anni. Ormai è formato da tre o quattro persone, tra cui un ingegnere, tanto che la sede di Napoli, presso la quale era arrivato il nostro incartamento, è stata chiusa”. Tutto è stato trasferito alla sede di Bari, e come vuole la kafkiana burocrazia italiana, il nuovo funzionario pubblico che deve apporre la propria firma, prima deve rileggersi tutti gli atti da capo, verificare che tutto sia a posto, che non venga messa a rischio la pubblica incolumità… Non se ne esce.
O quantomeno non se ne esce a breve: “D’altro canto – spiega sempre l’assessore Dalla Longa – si può capire anche perché il Comune di Avellino non ha voluto fino ad ora forzare la mano. Quando c’è di mezzo, anche solo lontanamente, un rischio per la pubblica incolumità, non si possono prendere decisioni alla leggera. Innanzitutto perché nessuno vuole, ovviamente, mettere a rischio la vita dei propri concittadini”. Più facile sparare a zero dall’opposizione: “Senza dubbio – ha infatti aggiunto Dalla Longa dopo le rimostranze sull’inerzia del Comune avanzate in Commissione da Enza Ambrosone (Pd) e da Gerardo Melillo (Patto Civico – Forza Avellino) – se le prescrizioni che erano state ordinate al Comune di Avellino, erano circa una 70ina, sono state ottemperate ed eseguite a norma, allora bisogna andare al Provveditorato non più con il cappello in mano, ma con determinazione. Possiamo dare un ultimatum di tre mesi. Perché se questa inefficienza del Provveditorato alle Opere pubbliche sta causano un danno e un costo per la città di Avellino e noi, dopo questi altri tre mesi, possiamo fare una denuncia alla Corte dei Conti. Per danno erariale”.