Ecco un altro brano di storia che va via: il 2016. Difficile fare un bilancio in grado di consegnare ottimismo. Troppe le delusioni, tante le amarezze, davvero pochi i giorni felici. Il Paese si è perduto tra corruzione, malapolitica, criminalità dilagante. La questione dei profughi ha messo a dura prova la capacità di accoglienza che, molto spesso, ha fatto registrare un incredibile egoismo. Tra muri che si sono alzati, forti segnali di razzismo venuti da molte città, il problema si è trasformato in una grande ombra che peserà sul futuro della nostra politica estera. E’ inutile illudersi: accoglienza e fenomeni di strisciante terrorismo spesso diventano una miscela esplosiva, laddove si richiederebbe grande senso di responsabilità per raggiungere la pace tra i popoli. Anche l’Europa ha mostrato essere un gigante dai piedi di argilla. L’assenza di un governo comunitario sovranazionale ne ha fatto una specie di bancomat con sprechi di risorse che a volte hanno indebolito quel valore europeista predicato da Spinelli, Adenaeur e da tanti padri fondatori, animati dalla volontà di costruire un’Europa degli eguali. Il dilagante populismo che ha attraversato, e attraversa i Paesi, ha minato la coesione internazionale che oggi è una mina vagante per il futuro dei popoli europei. L’anno che ci lascia non è stato vissuto, come si era sperato, come un’occasione storica per il Mezzogiorno d’Italia. Su esso è calato l’effetto notte tra promesse non mantenute e riscoperta di finanziamenti per lavori pubblici e infrastrutturali risalenti ai decenni trascorsi. La stessa Regione Campania ha mostrato i limiti di uno sfrenato clientelismo, approfondendo quel solco tra programmazione e gestione. Di qui la rivolta dei giovani che hanno fatto sentire forte il dissenso, anche in occasione del recente referendum. Sui fatti che hanno segnato la gestione amministrativa del Comune di Avellino meglio stendere un velo pietoso. Ma questo non ci esime dall’augurare ai nostri lettori un proficuo anno nuovo. Soprattutto ai giovani senza lavoro
edito dal Quotidiano del Sud
di Gianni Festa