A Monteforte Irpino un tavolo tecnico affronta fitopatie, gestione dei castagneti e prospettive di mercato, mentre il dossier del Comitato promotore arriva alla fase finale presso la Commissione europea.
La giornata che consacra la Cucina Italiana tra i patrimoni culturali immateriali dell’UNESCO diventa lo scenario ideale per guardare a uno dei frutti simbolo dell’Irpinia: la castagna del Partenio, sempre più vicina al traguardo dell’IGP. A Monteforte Irpino, nella sala consiliare del Comune, tecnici, amministratori e studiosi si sono ritrovati su invito del Distretto della Castagna e del Marrone della Campania per fare il punto su un percorso che unisce tradizione, ricerca e identità territoriale. Il riconoscimento europeo non è più un miraggio. L’iter, avviato nel 2021, è ora nelle mani della Commissione UE e procede spedito grazie al lavoro accurato del Comitato promotore. Tra i nomi più citati nel corso dell’incontro quello di Gerardo Marano, il presidente del Comitato: la sua azione costante, spesso lontana dai riflettori, è stata indicata come decisiva per portare il dossier alla fase finale in tempi insolitamente rapidi.
Accanto all’entusiasmo per l’IGP emergono però le criticità di una castanicoltura che, tra fitopatie e cambiamenti climatici, vive una fase delicata. Il marciume della castagna, in particolare, continua a essere il nemico più insidioso: un patogeno in grado di compromettere interi appezzamenti, contro il quale servono ricerca, monitoraggio e un coordinamento più stretto tra territorio e istituzioni. Altri nodi riguardano la gestione dei castagneti, spesso frammentata, e il rischio che sempre più superfici vengano abbandonate per mancanza di redditività. A pesare è anche la crisi dei consumi, che riduce ulteriormente il margine delle aziende locali.

Nelle conclusioni, il presidente del Distretto, Antonio De Cristofaro, ha richiamato l’attenzione sul passo immediatamente successivo all’ottenimento dell’IGP: “Serve un Consorzio di tutela. Senza un organismo forte che protegga e promuova il prodotto, rischiamo di non sfruttare davvero l’investimento fatto in questi anni”. De Cristofaro ha ricordato i punti di forza della castagna del Partenio: cresce su suoli vulcanici unici, non presenta residui chimici, e i castagneti rappresentano non solo un patrimonio agricolo ma anche un baluardo ambientale che disegna il paesaggio. Così, mentre l’Italia festeggia il prestigioso riconoscimento UNESCO, l’Irpinia prova a trasformare un’eredità secolare in un progetto di futuro. La castagna del Partenio vuole tornare a essere più di un simbolo: un prodotto che parla di identità, territorio e lavoro, e che oggi chiede una strategia condivisa per continuare a vivere.
Perché l’IGP può cambiare il futuro della castagna del Partenio
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Tutela del prodotto: l’IGP garantisce tracciabilità, qualità certificata e difesa da imitazioni.
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Valore economico: un marchio riconosciuto aumenta il prezzo di mercato e rende più competitiva la filiera.
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Promozione mirata: campagne nazionali e regionali potranno rilanciare il consumo, oggi in calo.
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Ritorno dei giovani: la castanicoltura innovativa e “di precisione” attira nuove generazioni di tecnici e produttori.
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Sinergia territoriale: il Consorzio di tutela permetterà di unire enti locali, parco, forestale e agricoltori in un’unica strategia.
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Valorizzazione del paesaggio: castagneti curati = meno abbandono, meno rischio idrogeologico e più tutela delle aree vulcaniche del Partenio.



