“A pochi giorni dalla chiusura non sappiamo ancora quale sarà il nostro destino”. Si è appena concluso il confronto in Prefettura, ma sul futuro delle nove lavoratrici della Conbipel di Atripalda non c’è ancora nessuna certezza, anche perché l’azienda, convocata dal Prefetto Riflesso, non si è presentata. Una scelta motivata dall’imminente convocazione di un confronto ministeriale sulla vertenza nazionale, in programma il 10 dicembre a Roma.
“Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale sulla nostra posizione, e questo – commentano amaramente – non ci consente nemmeno di attivare la disoccupazione. Al momento sappiamo solo che l’8 dicembre è l’ultimo giorno di apertura al pubblico”. Deluso anche il sindacato. “Abbiamo fatto presente al Prefetto – precisa il segretario della Filcams Luigi Ambrosone – che l’azienda si sta comportando in modo poco chiaro e trasparente, basti pensare che le lavoratrici hanno avuto fino ad oggi solo la comunicazione della chiusura del punto vendita e null’altro: una situazione davvero difficile da gestire”.
Presente al tavolo anche il sindaco di Atripalda Paolo Spagnuolo: “Francamente immaginavamo un iter normale e, quindi, la cessazione dell’attività, il licenziamento per cessazione e la conseguente attivazione della Naspi. Una serie di passaggi che avrebbero tranquillizzato almeno in parte le lavoratrici, consentendoci di aprire, attraverso la proprietà dell’immobile con la quale siamo già in contatto, un confronto, non appena possibile, con la nuova proprietà”.
Spagnulo punta il dito contro l’azienda “che non può continuare ad evitare ogni momento di confronto, trincerandosi dietro il fatto che si tratti di una vertenza nazionale. Sappiamo benissimo che in gioco c’è il futuro di 51 sedi, ma ognuna ha il proprio percorso e quello di Atripalda è ormai giunto al capolinea senza alcuna indicazione sul futuro di queste lavoratrici”.