LETTERA APERTA AGLI ALUNNI DELLA
SCUOLA MEDIA “F. TEDESCO” – A. S. 2019/2020
«Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro»
Giovanni Paolo II
Carissimi ,
la primavera, come stagione del tempo e dell’anima, si è affacciata con una veste insolita sulle nostre vite. Le margherite e le viole spuntano come teste reclinate, intirizzite da una nevicata tardiva presentatasi come uno scherzoso pesce d’aprile. Il sole dà tepore alle nostre giornate, sulle quali spira un vento sottile e fastidioso: una stagione insolita che riflette l’umore dei tanti in questo momento che inesorabilmente segnerà una pagina consunta della nostra storia.
I boschi si sono già vestiti di una verdeggiante foliazione, ben lontani dalla secchezza invernale in cui i rami nudi evocavano falangi distese in un sommesso stato di preghiera o imprecazione.
In questi giorni di prostrazione e difficoltà, vista la gravità del momento che stiamo vivendo, i contatti umani vanno dissolvendosi. Sono cambiati gli scenari, mutate le circostanze, ma tutto rimarrà irrimediabilmente uguale se il cammino sarà figlio di un’inerzia affannosa che non lascia spazio alle accelerazioni.
Scorre sulle pagine imbrattate del nostro destino, segnato da un’impudica volontà umana, una storia assai complicata e difficile.
È passato circa un mese da quando le attività didattiche scolastiche si sono fermate: un tempo lungo e difficile se pensiamo al modo in cui siamo stati costretti a viverlo. Nell’arco di poco tempo abitudini e consuetudini sono cambiate in una maniera forzata, proiettando così i normali gesti della quotidianità, vissuti in libertà, in un futuro fatto di speranzose aspettative.
Ognuno si sente recluso in case trasformate in trincee e balconate da cui osservare il mondo senza la possibilità di viverlo nella sua integrità e bellezza.
In questi giorni la scuola sta facendo la sua parte affidandosi alle nuove tecnologie per tenere vive quelle relazioni considerate linfa vitale della lezione scolastica.
L’aula virtuale gradualmente sta prendendo il posto degli ambienti scolastici, permettendo così alla didattica di procedere con regolarità; tuttavia, il contatto umano, l’empatia vissuta e percepita a scuola restano un suggestivo miraggio del tempo che fu.
In ognuno di voi in questi giorni ho potuto leggere un alto senso di responsabilità e maturità nell’accogliere le indicazioni e i suggerimenti che sono stati dati dai docenti. È apparso a tutti, sin da subito, la necessità di lavorare in un’unica direzione per il bene di tutti: è nata una cordata che ha tenuto ben saldo il mondo della scuola, permettendo così di guadagnarne in solidità ed efficienza.
Il lavoro che abbiamo davanti si presenta come un cammino in salita, tuttavia non deve mancare l’intraprendenza e la sagacia di ognuno per la costruzione di nuove prospettive utili.
Si presenta alle nostre latitudini una Pasqua fatta da un assordante silenzio, che aleggia sulle nostre strade e sulle nostre vite, togliendoci quel contatto umano che si sublima nei tempi e nei modi della lezione scolastica.
I margini del mondo in cui viviamo si sono ristretti alle geometrie dell’ambiente casalingo; questo ridimensionamento non deve essere vissuto come momento di prova e privazione, ma come ricerca di nuove opportunità di crescita.
La Pasqua avrà tuttavia un sapore nuovo da vivere nel cenacolo dell’intimità familiare con la speranza che possa aprirsi su tutti noi una resurrezione a vita nuova.
A tutti voi e alle vostre famiglie, giungano i miei più affettuosi auguri di una buona Pasqua di pace, gioia e serenità.
Con tanto, tanto affetto.
Montefalcione, 7 aprile 2020
Prof. Mario Baldassarre