Raffaele Cantone, magistrato chiamato a combattere tra l’altro, la dilagante corruzione che attraversa il Bel Paese, ha ben compreso che la radice del male è nella legge sugli appalti che consente molto spesso l’infiltrazione camorristica nell’esecuzione delle opere. Sta di fatto che la logica del ribasso per accaparrarsi i lavori favorisce le lavanderie camorristiche che, in particolare in campania, sono presenti in notevole quantità. La domanda è: se il costo di un’opera ha un’oscillazione di spesa che si aggira intorno all’8% come è possibile operare un ribasso che quasi sempre si aggira intorno al 35%? E’ evidente che qualcosa non funziona e, molto spesso, i risultati sono disastrosi. Sia perchè non potendo rispettare gli impegni assunti l’azienda fallisce. Sta di fatto che percentuale di ribasso sulla esecuzione dei lavori pubblici e il vasto impiego del lavoro nero sui cantieri sono una miscela pericolosissima che determina l’infiltrazione camorristica, con tutte le conseguenze che ciò comporta. E’ evidente che quando Antonio di Pietro, magistrato di Mani pulite,e successivamente ministro dei Lavori pubblici varò la nuova legge sugli appalti non pensò affatto di aprire la porta ai poteri criminali, quanto, invece, di correggere la precedente legislazione che appariva non equa nell’aggiudicazione dei lavori pubblici. Purtroppo i fatti hanno dimostrato che non era così e che per tentare di correggere un errore se ne commetteva un altro più grande. Ad Avellino, città con tanti cantieri aperti, questa distorsione appare ancora più evidente. Aziende che per accaparrarsi il lavoro avevano attuato il massimo ribasso, non avendo potuto mantenere fede all’impegno assunto sono state costrette ad abbandonare i lavori, determinando un grave danno all’ente appaltante che non solo ha dovuto aprire un contenzioso nei confronti dell’azienda, ma subire anche lo slittamento dei lavori: il caso della bonatti è emblematico. Non solo: stesso discorso vale per piazza Libertà. Qui la vicenda è ancora più complessa e le conseguenze disastrose. Alta è la riduzione operata per aggiudicare l’appalto, qualitativamente discutibile il materiale impiegato per la ristrutturazione, assurdo l’aspetto economico che ne consegue. Si pensi solo alla logica di subappalto che viene operata, l’impiego di manodopera (spesso lavoro nero gestito da faccendieri della provincia di caserta), la sottrazione di lavoro alle imprese locali che sono costrette a chiudere per mancanza di lavoro. di più: il rischio di favorire attività criminali che usano il territorio come lavanderia per riciclare danaro sporco. E allora il Parlamento si dia da fare per approvare nuove norme.
edito dal Quotidiano del Sud
di Gianni Festa