Biodigestore di Chianche, la contrapposizione continua. Le recenti dichiarazioni del sindaco Carlo Grullo, durante la trasmissione condotta da Norberto Vitale “10Minuti+ dieci”, su Telenostra, hanno sollevato ulteriori puntualizzazioni critiche da parte del sindaco di Altavilla Irpina, che assieme ai colleghi di Tufo, Montefusco e Petruro Irpino ha avuto risposta favorevole dal Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso della Regione Campania confermando le osservazioni sollevate dal Tar Campania.
Il sindaco di Chianche, in studio con Norberto Vitale e il consigliere regionale M5s Vincenzo Ciampi, ha intanto criticato la maggioranza in consiglio regionale, quegli stessi, nella sostanza, che hanno sostenuto in tutto e per tutto il percorso che ha portato il suo Comune al punto in cui si trova, quella che il sindaco definisce «fase di non ritorno», perché avanzata sul piano della progettazione esecutiva. Si dice allo stesso tempo convinto che «le due note critiche del Consiglio di Stato siano realistiche», e che possono essere il punto di partenza per ulteriori approfondimenti e chiarimenti. Altra accusa, quella che il sindaco rivolge ai colleghi dei comuni vicini, che si sarebbero tirati indietro in un secondo momento, «perché per loro, a differenza di Chianche, non ci saranno benefici diretti, ma indiretti. I cittadini di Avellino – incalza poi Grillo- sappiano che senza questo impianto aumenteranno i costi in bolletta, mentre perderemo trenta milioni di euro della comunità europea».
Sono alcuni dei passaggi dell’intervento del primo cittadino di Chianche, che si è speso anche sulla’altra questione alla base delle diverse opposizioni, dal comitato “Nessuno tocchi l’Irpinia” alle forze di sinistra ai sindaci, quella cioé ambientale e di specificità vitivinicola dell’areale del Greco di Tufo, non ritenendo che questa possa subire effetti negativi, con l’impianto a pieno regime.
Posizione contrastata dal consigliere regionale Vincenzo Ciampi, come dal sindaco di Altavilla Irpina, Mario Vanni, che giudica “fuorviante” la ricostruzione operata dal Sindaco di Chianche, sia sul piano giuridico che politico. «Dal punto di vista giuridico: il Consiglio di Stato (Sezione Quarta) – dice Vanni- ha palesato un difetto di istruttoria dal punto di vista ambientale che rende non ragionevoli le conclusioni cui è pervenuta la Regione nell’escludere l’assoggettabilità a VIA di quella tipologia di impianto, nonostante lo richiedesse il contesto di così elevata rilevanza naturalistica, anche in ragione delle coltivazioni di pregio ivi praticate(Greco di Tufo DOCG).
L’impianto non è “nullo e dà solo benefici”, come dichiarato dal sindaco del Pd, ma ha una ricaduta sensibile e irreversibile rispetto alle matrici ambientali del sito.
Sul punto il collegio ha rilevato che lo studio preliminare ambientale presentato dal comune di Chianche risulta generico ed evasivo; addirittura omette ogni valutazione sulla compatibilità dell’impianto con la pianificazione urbanistica regionale (piano territoriale regionale – PTR) e locale e soprattutto con le linee di indirizzo previste dal piano territoriale di coordinamento provinciale PTCP».
Il sindaco entra nel dettaglio, e aggiunge che «ulteriori criticità sono poi state rilevate in tema di impatto dei flussi veicolari sulle produzioni agricole e di sostenibilità della rete viaria locale come da sempre sostenuto dalle amministrazioni comunali coinvolte».
Quanto all’aspetto politico «i comuni ricorrenti non hanno mai dato il loro placet alla costruzione dell’impianto né partecipato a fantomatiche riunioni sul tema. Ridicolo poi si rileva il tentativo di scaricare tutte le colpe sulla Regione, che ha le sue colpe in sede di programmazione.
Infatti del tutto fallimentare è stata la scelta operata dalla Regione Campania nel 2016 di programmare la costruzione dell’impiantistica regionale per il trattamento della frazione umido, a pioggia, con delle semplici manifestazioni d’interesse avulse da analisi e studi per ogni provincia. Scelte programmatiche a cui erano deputati i costituendi ATO Rifiuti. Quanti di quegli impianti previsti sono ora in costruzione?
Purtroppo il sindaco di Chianche dopo otto anni continua a negare l’evidenza ignorando le ragioni di fatto e di diritto statuite non solo nell’ultima Sentenza della Quarta Sezione del Consiglio di Stato ma anche dalla Sentenza n.840 del 2021 e dalla Sentenza n.4474 del 2024 del Tar Campania. Ragioni che, sia chiaro, sosterremo in ogni sede, non solo amministrativa!
Se possiamo dargli un consiglio spassionato – conclude il sindaco di Altavilla irpina-è quello di evitare questo inutile accanimento terapeutico. Raccontare bugie adesso non serve più, ci sono le sentenze ad aver ripristinato la verità. La politica deve trovare un sito alternativo perchè i cittadini di questa provincia non possono continuare a pagare per gli interessi di pochi».