“Appena passata la mezzanotte di questo 19 agosto, presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere, la Polizia Penitenziaria ha rivenuto 200 grammi confezionati in 4 panetti di sostanza poi risultata hashish ed uno smartphone legati ad una lenza da pesca. Gli oggetti erano sul terreno adiacente al Reparto “Volturno” in prossimità del campo sportivo”.
Lo comunica Orlando Scocca, FP CGIL Campania per la Polizia Penitenziaria: “Il tempestivo ritrovamento è stato possibile grazie all’ascolto e alla vista da parte di un Agente Scelto in servizio, di un drone che era nella perpendicolare dove poi è stata ritrovata la sostanza e il telefono”.
Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Il conteggio esatto dei telefoni scoperti nelle carceri d’Italia, non lo abbiamo perché il DAP, semplicemente, si rifiuta di fornire i dati alle organizzazioni sindacali e all’opinione pubblica. L’omissione avrebbe anche un senso se fosse riconducibile al mantenimento di una qualche riservatezza, utile allo sradicamento dell’utilizzo dei telefoni nelle carceri. Però, dopo anni in cui ogni giorno abbiamo notizie di sequestri di telefoni nelle carceri, è ormai evidente che l’amministrazione è semplicemente incapace di porre un argine sistemico all’introduzione dei telefonini nelle carceri attraverso l’uso di strumentazioni tecnologiche che il Corpo di Polizia Penitenziaria chiede da anni”.
“L’utilizzo di telefonini in carcere – prosegue il sindacalista – non è, come qualcuno si ostina a sminuire, un banale mezzo per rimanere in contatto con i propri cari, ma è sia uno strumento di controllo e sopraffazione dei detenuti più pericolosi nei confronti dei più deboli, sia un pericoloso strumento per dare ordini o gestire traffici illegali all’esterno, continuando a mantenere il proprio status criminale nonostante la detenzione”.