E’ un appello alla politica quello che lancia il Garante regionale dei detenuti Carlo Mele, nel corso di un incontro, nella sede della Camera Penale Irpina “Nelle carceri italiane, dal Nord al Sud, paghiamo il prezzo di condizioni di sovraffollamento e incuria. L’articolo 27 della Costituzione viene quotidianamente violato. Se parliamo di carcere trattamentale, dobbiamo garantire che le persone, dietro le sbarre, portino avanti un percorso riabilitativo per poi essere reinseriti nella società., Di qui la scelta di un luogo simbolico come la Camera Penale Irpina per lanciare il nostro appello. Insieme al Presidente della Camera Penale Irpinia e al presidente dell’Ordine abbiamo chiesto che questo appello sia letto nelle aule, così da rendere i giudici consapevoli delle conseguenze delle loro scelte. Devono comprendere che una condanna comporta un percorso, un impegno da parte dello Stato per garantire un processo di riabilitazione. Ecco perchè il Tribunale diventa fulcro da cui far partire la nostra battaglia, perchè siano assunte scelte diverse”. Ricorda come sono “62000 i detenuti nelle carceri, ed è chiaro che chi sconta la pena al di là delle sbarre, vede ridursi le possibilità di recidiva”. Dobbiamo chiederci, dunque, se il Carcere serve a qualcosa. E’ chiaro che si tratta di individuare soluzioni alternative”.
E sulla chiusura dell’Icam di Lauro “Avevamo chiesto che i bambini non entrassero più nelle carceri, di qui la necessità di trovare una soluzione alternativa, una comunità che potesse accogliere madri e bambini. Oggi, al Sud non c’è nessun Icam, e se una detenuta madre deve andare in carcere, sarà costretta a trasferirsi al nord con forti ripercussioni negative, a partire dalla lontananza dalla famiglia. L’obiettivo può essere oggi quello di individuare per le detenute madri una struttura che abbia le caratteristiche di una casa famiglia”. E sul destino dell’Icam di Lauro “Quel che è certo è che saranno necessari ulteriori spese per riadattare la struttura, trasformandola in carceri a bassa soglia o in istituti per per pazienti con disagio psichico. Vedremo cosa sarà deciso”
E’ quindi l’avvocato Gaetano Aufiero, presidente della Camera Penale Irpina, a soffermarsi sulle condizioni di disumanità che caratterizzano le carceri “Dal gennaio 2024 sono stati 100 i suicidi, 15 dall’inizio dell’anno, abbiamo oltre 20.000 detenuti in attesa di giudizio, 10.000 dei quali destinati ad essere assolti. Abbiamo provato in tutti i modi a sensibilizzare la politica con astensioni, scioperi e incontri, dobbiamo fare i conti con un senso di impotenza”. E sulla realtà drammatica del Carcere di Bellizzi “Alla carenza di organico delle polizia, si affianca il numero inadeguato di personale sanitario. Il carcere si è trasformato in una piazza di spaccio con numerosi episodi di violenza. Senza dimenticare gli effetti del razionamento dell’acqua per i detenuti. Tutto questo accade nell’indifferenza da parte di politica e istituzioni”. Il presidente dell’Ordine degli avvocato Fabio Benigni parla di “una violazione continua delle norme costituzionali, con una pena che non tende alla rieducazione del condannato. Di qui i danni anche sotto il profilo psichico Siamo convinti della necessità di mantenere alta l’attenzione su questa emergenza”.
L’avvocato Giovanna Perna, responsabile Osservatorio Carcere Campania, sottolinea la scelta di condividere un appello che arriva dall’Osservatorio del Carcere che ha sempre portato avanti battaglie in difesa dei diritti. “Abbiamo formulato proposte che saranno portate dal presidente delle Camere Penali all’attenzione del ministro. Ai problemi legati a sovraffollamento e disagio psichico si affianca la difficoltà di fare i conti con strutture che non possono garantire l’affettività. Da circa un anno portiamo avanti laboratori di giustizia riparativa, se si investe sulla rieducazione, si riducono anche le possibilità di recidiva”