Detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti gestita dal carcere di Bellizzi Irpino: il pm dell’Antimafia ha chiesto condanne per 48 anni di carcere per i cinque imputati. Stamane ha discusso il pubblico ministero della DDA di Napoli Henry John Woodcock davanti al Gup Fabrizio Finamore. ll narcos di Altavilla Irpina, Americo Marrone e degli altri componenti del suo “gruppo” finiti in carcere dopo un blitz coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e dalla Procura di Avellino ad aprile scorso, hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato.
Le richieste
Diciotto anni di reclusione per Americo Marrone, sette anni di reclusione per sua moglie Tiziana Porchi, sette anni per suo nipote (figlio della sorella di Marrone) Valentino D’Angelo scarcerato la scorsa settimana dal Tribunale del Riesame per questo procedimento, sette anni anche per Aniello Manzo e nove anni di reclusione per Francesco De Angelis. Il 19 dicembre sono previste le discussioni degli avvocati impegnati nelle difese dei cinque imputati. A discutere gli avvocati Gaetano Aufiero, Loredana De Risi e Roberto Romano.
I sequestri di cocaina da parte della Squadra Mobile di Avellino sono stati vari nel corso delle indagini e hanno indicato la rete di Marrone che si era estesa ben oltre al solo territorio di Altavilla e della zona della città capoluogo e del suo immediato hinterland.
L’inchiesta, coordinata dai sostituti procuratori Henry John Woodcock e Luigi Iglio della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha consentito di far luce su un sodalizio criminale ben strutturato, con base operativa ad Altavilla Irpina, dedito alla distribuzione di cocaina, hashish e marijuana.Secondo gli inquirenti, il gruppo criminale operava principalmente ad Altavilla Irpina e sarebbe stato capeggiato da Marrone, figura centrale nel traffico di droga, già arrestato e posto ai domiciliari da pochi mesi.Nonostante la sua detenzione, Marrone avrebbe continuato a gestire le operazioni di compravendita di droga, mantenendo contatti con acquirenti all’ingrosso e impartendo direttive ai propri complici. I collegamenti con l’esterno sarebbero stati realizzati tramite l’utilizzo di telefoni cellulari e sim-card che la moglie, gli avrebbe consegnato durante i colloqui in carcere.Gli uomini della Squadra Mobile sono riusciti a seguire le tracce del nipote di Marrone già arrestato nel marzo 2023 per spaccio, per arrivare all’intero gruppo. L’attività investigativa ha visto anche il sequestro di una somma pari a 252mila euro, rinvenuta occultata dietro un frigorifero nella casa di Marrone, all’epoca dei fatti già detenuto.



